Questa almeno l’analisi fatta dall’Ernst & Young Item Club secondo cui, se le previsioni del governo si riveleranno esatte (centomila casi al giorno entro agosto e una durata di sei mesi della pandemia) il Paese rischia di essere colpito da una recessione che potrebbe abbassare il pil del 7,5 per cento nel 2009 e del 1,2 nel 2010.
Le morti per la nuova influenza in Gran Bretagna sono già 29 e 53 sono i pazienti affetti dal virus e attualmente in una situazione critica. Ma quello che preoccupa gli economisti è che la malattia potrebbe lasciare a casa un lavoratore ogni otto e soprattutto calerebbe la domanda di molti beni e servizi.
Il rapporto spiega che andrebbe a picco la spesa in ristoranti, turismo e tempo libero, vista la paura a frequentare luoghi affollati. Ma tra i “danni collaterali” del virus c’è anche la Bbc, che è finita sotto il tiro infuocato delle critiche per aver fatto scorta di quattromila dosi di Tamiflu per il suo staff.
E in Italia come andrà? Seppure il governo e in primis il ministro Sacconi hanno rassicurato la popolazione che il nostro Paese non è a rischio pandemia, cosa potrebbe accadare ad un’economia fragile come la nostra se iniziaserro ad aumentare, come è presumibile, anche da noi i casi di febbre suina?