Dopo la decisione del governo egiziano di abbattere i 300 mila e piĆ¹ maiali allevati nel Paese come misura preventiva della diffusione della febbre suina oltre un migliaio di cristiani copti ā solo loro in Egitto allevano i suini, considerati impuri dallāIslam ā si sono scontrati con la polizia per difendere i loro animali.
Hanno acceso falĆ² di immondizia per bloccare strade e vicoli e attaccaĀto con sassi e bottiglie le forze dellāordine, armate invece di proiettili di gomma e gas lacrimogeni, protette dai blindati e dagli scudi anti sommossa, determinate a radunare i maiali per lāabbattimento che dovrebbe iniziare entro fine mese.
Almeno 11 i feriti, 15 gli arrestati e, soprattutto, un clima sempre piĆ¹ teso tra la minoranza cristiana e il governo Ā«laicoĀ» ma in realtĆ rappresentativo quasi esclusivamente di quel 90% di musulmani che abitano (e votano) in Egitto.
Gli scontri sono avvenuti a ManĀshiet Nasser, un enorme quartiere-bidonville alla periferia del Cairo, sotto le colline di Moqattam ai bordi del deserto, dove in una vecchia cava abbandonata vivono dagli anni ā60 i raccoglitori di spazzatura della metropoli, gli zabbalƬn.
Tutti cristiani e spesso oggetto di reportage dei media internazionali, nonchƩ vincitori di premi ecologisti, per essere stati tra i primi al mondo a differenziare la spazzatura.
Vetro, plastica, carta, metallo: divisi da donne e bambini, venduti e riciclati. Con i rifiuti organici, invece, ĆØ alimentato un altro business importante, quello degli animali domestici. Qualche pollo, ma soprattutto suini, appunto: almeno 65 mila, allevati in libertĆ in questo immenso quartiere dove i turisti non vanno ma che ospita 55 mila persone.
Ā«Il governo ci ha giĆ requisito e ucciso 600 animali, dandoci come compensazione solo metĆ del prezzo di mercatoĀ», protesta Isacc Mikhail, capo dellāassociazione degli zabbalƬn. Ā«Ma soprattutto, nessuno, nemmeno in Messico, ha abbattuto i maiali, e anche le Nazioni Unite e lāOrganizzazione mondiale della sanitĆ (Oms) hanno detto che ĆØ inutile e controproducente. PerchĆ© allora? PerchĆ© siamo cristianiĀ».
Non ĆØ solo lāaspetto economico infatti ad aver suscitato le proteste. Per i cristiani dāEgitto ā il 10% della poĀpolazione, quasi tutti appartenenti alla Chiesa Copta, i cattolici sono pochissimi ā la febbre suina ĆØ servita solo da pretesto per colpire la loro comunitĆ , i piccoli proprietari delle cittĆ e i grandi allevatori delle campagne.
Come prova della matrice religiosa, molti tra loro sottolineano che il ministero della SanitĆ egiziano ha infatti giĆ cambiato motivazione: lāabbattimento (che resta assolutamente confermato, nonostante non ci sia nemmeno un Ā«sospetto contagiatoĀ» nel Paese) non serve per combattere il virus ed evitare unāeventuale pandemia, ma per Ā«motivi igieniciĀ».
E se ĆØ vero che il presidenteĀ Hosni Mubarak negli ultimi anni ha mostrato un insolito attivismo in questo genere di crisi (nel 2006, per lāaviaria, furono uccisi 25 milioni di polli) altrettanto vero ĆØ che la questione copta resta aperta.
DifficoltĆ enormi per costruire nuove Chiese (cosa del tutto vietata fino al 2005); minima rappresentanĀza nel governo e in altri organi dello Stato (solo due ministri nel gabinetto, un governatore su 25, vertici militari quasi tutti musulmani); discriminazioni nelle scuole, negli uffici; quasi impossibilitĆ di convertirsi dallāIslam al Cristianesimo (e non viceĀversa).
Problemi che negli ultimi anni sembravano in parte, lentamente, attenuarsi. Ma la guerra dei maiali rischia ora di riaprire le ostilitĆ .