Gli uomini temono gli incidenti, le donne, invece, minacce e violenze.
È un quadro del mondo del lavoro non proprio lusinghiero quello che emerge da un’indagine condotta dall’Istat e dall’Inail sulla percezione del rischio nei luoghi di lavoro.
La possibilità dell’infortunio preoccupa il 21% degli italiani, cifra che schizza al 33% per gli operai e al 45% per gli addetti del settore edile. Tra le categorie che si sentono più esposte anche gli addetti ai trasporti e agricoltura. Gli incidenti, complessivamente, preoccupano più gli uomini, 27,3 che le donne, 11,5%.
Altre fonti di preoccupazione per i il 20,4%, dei lavoratori sono le posture dannose, lo spostamento di carichi e i movimenti scorretti mentre il 16% vede un pericolo nelle polveri, gas, esalazioni, fumi e sostanze chimiche. C’è poi un 14,6% che si sente minacciato da rumori eccessivi e vibrazioni.
Allarmanti i dati relativi ai fattori di natura psicologica: se c’è un 14,5% che teme di lavorare troppo, preoccupano il 4,6% di lavoratori che si sente vittima di discriminazione e, soprattutto, un 1,6% di persone che teme minacce e violenze fisiche. Percentuali che raccontano di un mondo dell’occupazione in cui oltre un milione di persone si sente vittima di discriminazione e quasi 400.000 temono violenze fisiche. Ad avvertire il peso di intimidazioni e prepotenze sono soprattutto le donne, 5,4%, contro il 4,1% degli uomini.