Il Pdl prende le distanze da Umberto Bossi, che ha criticato l’Inno di Mameli e ha proposto di sostituirlo con il “Va’ pensiero” di Verdi.
Il primo a sconfessare il leader del Carroccio è stato Italo Bocchino, vice capogruppo del Pdl alla Camera. «Non c’è alcun dubbio che il “Va’ pensiero” di Verdi sia più bello dell’Inno dei Mameli, ma la sponsorizzazione partitica, propagandistica ed estiva di Bossi lo fa fuori da ogni concorso, anche se domani si dovesse scegliere il nuovo inno nazionale».
«L’Inno dell’Italia è una cosa seria – ha aggiunto – e non si sceglie con la hit parade, secondo la quale sarebbero comunque in pole position “O sole mio” e “Volare”, canzoni tutt’altro che padane».
L’inno nazionale è «unificante e insostituibile» per il sottosegretario alla Giustizia, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha comunque avuto anche parole di apertura: «Se uno accanto all’inno nazionale vuol cantare un inno locale, perchè no».
Secondo il ministro della Cultura, Sandro Bondi, le «ripetute dichiarazioni propagandistiche, ad uso dei militanti della Lega indeboliscono e offuscano un serio programma di cambiamento economico, sociale e istituzionale che tutte le forze politiche dell’attuale maggioranza sono impegnate a sostenere».