La dimostrazione di strapotenza fornita da Inter e Juventus ha già impresso un marchio indelebile al campionato. Gli uomini di Mourinho hanno asfaltato un Milan che alle note carenze strutturali ha sommato errori da oratorio sul campo e in panchina.
Quel Seedorf in tenuta da spiaggia che impiega dieci minuti a vestirsi da calciatore è qualcosa che resterà indimenticabile nello stupidario del calcio italiano. Insomma, anche quest’anno Moratti ha speso tanto (anche se ha incassato una tombola dalla cessione di Ibrahimovic al Barcellona) ma ha speso bene, affidando a Mourinho un giocattolo bello e funzionante.
Nerazzurri sulla carta imbattibili, quindi, ma con due incognite: la Champions League e… Mourinho.
Si sa quanto Moratti tenga alla coppa con le orecchie che era l’orgoglio di suo padre Angelo ma che lui non ha nemmeno mai sfiorato. Ecco, se l’Inter dovesse andare avanti in Europa potrebbe anche inconsapevolmente mollare in campionato.
Poi c’è Mourinho con la sua egopatia. Le domande sono queste: riuscirà il profeta di Setubal a resistere alla tentazione di smontare il bel giocattolo per rimontarlo e dimostrare così quanto è più bravo di chi quel giocattolo glielo ha comprato? E si rassegnerà a un ruolo di secondo piano dietro i vari Milito, Eto’o, Snejder, Motta e Lucio che oggi monopolizzano i titoli dei giornali e le immagini televisive? I precedenti (vedi Chelsea) non sono confortanti.
A questo punto, formazioni alla mano, soltanto la Juve sembra in grado di contrastare l’armata nerazzurra. Gli uomini di Ferrara hanno senz’altro più fame dei rivali e la vecchia guardia non ha ancora digerito la vicenda calciopoli. In più, mezza squadra si gioca la convocazione per i Mondiali del prossimo anno, e si sa che la nazionale porta gloria e ingaggi sostanziosi. L’organico juventino è complessivamente inferiore a quello interista, ma grinta e carattere possono fare miracoli.
Detto delle due regine, le altre sembrano recitare un copione già scritto. La Roma sta ripetendo la partenza disastrosa dello scorso anno, il Milan ha troppi buchi in tutti i reparti, le altre aspiranti grandi dovranno accontentarsi di lottare per un posto in Europa. Perché sarà vero che il calcio non è una scienza esatta, ma è incontestabile che per vincere bisogna spendere. E né Berlusconi né Della Valle quest’anno hanno speso. Anzi, hanno incassato cedendo Kakà e Felipe Melo.
Oggi si chiude il mercato. Se non ci saranno botti imprevedibili, la strada sembra già tracciata per tutti.