«Stiamo vivendo un momento di emergenza – dice Berlusconi – perchè siamo fuori da una società che abbia comportamenti civili. Non credo che un Paese possa permettersi ciò che sta accadendo, che è accaduto, che si prospetta possa accadere, cioè che dei privati cittadini si vedano sottratto il loro diritto alla privacy con interventi violenti che possono portare danni irreparabili alla loro immagine: uno stato liberale democratico questo non lo può permettere».
Per il Pd è «inaccettabile» l’ipotesi di un decreto-legge sulle intercettazioni telefoniche, come accennato dal premier oggi. «Le dichiarazioni di Berlusconi sulla possibilità di un decreto sulle intercettazioni sono gravi e inaccettabili», dice il ministro-ombra della Giustizia del Pd Lanfranco Tenaglia. «Non è questa materia per un decreto, non vi sono i requisiti di necessità e urgenza». Continua Tenaglia: «È materia processuale, complessa e delicata, che richiede un inter parlamentare normale, quale quello del ddl. Del resto lo stesso Governo ha presentato un ddl, quindi l’uscita estemporanea del presidente del Consiglio è incomprensibile».
Di Pietro torna all’attacco: «Lo capisco, lui è tra le persone più informate di tutti sul reale contenuto delle intercettazioni disposte dall’autorità giudiziaria di Napoli e più di tutti ha l’urgenza e l’imprescindibilità di fare un provvedimento per far sì che gli italiani non sappiano chi ha fatto cosa».
«In attuazione della vera ragione per cui è sceso in politica – ha proseguito l’ex pm – cioè per sfangarla sul piano processuale, Berlusconi ha la necessità di fare un provvedimento urgente. Questo dimostra quello che diciamo da tempo: che tutti i decreti fatti nelle ultime settimane sono fatti per un’urgenza che riguarda solo la sua posizione personale e non la sicurezza di tutti i cittadini».