Agostino Saccà, che giovedì torna al suo posto negli uffici di RaiFiction, ha presentato un esposto all’Autorità garante per la privacy contro l’utilizzo che la Rai sta facendo delle intercettazioni telefoniche messe a disposizione dalla Procura di Napoli: vuole capire se si tratti di una procedura «corretta» o se risulti «una violazione dei diritti costituzionali e di quelli previsti dallo statuto a tutela dei lavoratori». «Le bobine di quelle telefonate – spiega Saccà nell’esposto – vedono coinvolti politici, ma anche dirigenti Rai, giornalisti miei famigliari e molti cittadini che non sono accusati di alcun reato e che parlavano al telefono liberamente». Saccà chiede al Garante che la sua segnalazione sia valutata «con l’urgenza che merita».
DATI SENSIBILI – «La trascrizione delle telefonate è stata realizzata da uffici interni Rai e in questi giorni viene distribuita ai membri del cda, ai dirigenti di supporto del Consiglio e diventeranno, quindi, di pubblico dominio – prosegue Saccà -. Può un’azienda (per di più di proprietà pubblica) non solo utilizzare intercettazioni telefoniche ordinate dalla magistratura (ma penalmente irrilevanti) per giudicare un suo dipendente; ma soprattutto può conoscere e diffondere con assoluta discrezionalità le opinioni, i comportamenti e ogni dato sensibile dei suoi dipendenti e di liberi cittadini intercettati solo perché hanno conversato al telefono con me? Inoltre, può la Rai conoscere le mie conversazioni strettamente personali, i miei affetti o il mio stato di salute che non hanno nulla a che fare né con il procedimento penale né con quello disciplinare?». Saccà si dice «certo» dell’attenzione del Garante, «non solo per quello che mi riguarda, ma soprattutto a tutela dei cittadini e dei lavoratori più deboli». A quanto si apprende, i legali di Saccà si appresterebbero anche a presentare alla Rai una richiesta di accesso agli atti, da inviare contestualmente alla Procura di Napoli e della Corte dei conti.
