DATI SENSIBILI – «La trascrizione delle telefonate è stata realizzata da uffici interni Rai e in questi giorni viene distribuita ai membri del cda, ai dirigenti di supporto del Consiglio e diventeranno, quindi, di pubblico dominio – prosegue Saccà -. Può un’azienda (per di più di proprietà pubblica) non solo utilizzare intercettazioni telefoniche ordinate dalla magistratura (ma penalmente irrilevanti) per giudicare un suo dipendente; ma soprattutto può conoscere e diffondere con assoluta discrezionalità le opinioni, i comportamenti e ogni dato sensibile dei suoi dipendenti e di liberi cittadini intercettati solo perché hanno conversato al telefono con me? Inoltre, può la Rai conoscere le mie conversazioni strettamente personali, i miei affetti o il mio stato di salute che non hanno nulla a che fare né con il procedimento penale né con quello disciplinare?». Saccà si dice «certo» dell’attenzione del Garante, «non solo per quello che mi riguarda, ma soprattutto a tutela dei cittadini e dei lavoratori più deboli». A quanto si apprende, i legali di Saccà si appresterebbero anche a presentare alla Rai una richiesta di accesso agli atti, da inviare contestualmente alla Procura di Napoli e della Corte dei conti.