Internet / I siti porno a pagamento sono in crisi, quelli gratuiti aumentano i contatti

Perchè pagare se lo stesso servizio lo posso avere gratis? Il free sharing, la nuova democrazia del web 2.0, che permette a tutti di inserire contenuti su internet e di visionarli in modo gratuito, arriva a intaccare e danneggiare anche il florido mercato del porno. I siti hard a pagamento sono in crisi, mentre quelli che danno accesso gratuito a video più o meno amatoriali sempre aggiornati, sono in continua crescita. Un monito importante per tutti coloro che pensano di sfruttare la rete per far pagare dei contenuti che, simili o migliori, si possono trovare anche gratis. Il free sharing su internet ha intaccato addirittura un una roccaforte come Playboy, figurarsi gli altri campi.

E se l”impero di Playboy è in caduta libera, i cinema non esistono praticamente più, le riviste sono ridotte al lumicino e anche i dvd hanno arrestato il trend di crescita, vittime dell’esplosione del freeporn. Dove è il guadagno? I siti che raccolgono materiale porno e lo propongono gratis guadagnano anche e soprattutto attraverso i propri inserzionisti, con la pubblicità. Un banner su un sito porno conosciuto a livello mondiale può costare fino a centinaia di migliaia di euro al mese. Per questo l’industria, specie quella americana che è trainante dell’intero settore, si sta muovendo.

In Italia il sito porno gratuito più visitato è YouPorn, con una quota di mercato del 10 per cento e con un consumo medio per persona di circa 45 minuti al mese. Il top americano è invece AdultFriendFinder, un sito di social networking che fa incontrare persone, pubblica blog e video. Molti altri i siti free pornografici che vanno per la maggiore, come Red Tube, PornHub, Tube8 o il recente italiano Pornari.com, il social network erotico Playfulbent o WikiAfterDark, versioni hard di Wikipedia.

E a lamentare la crisi del porno a pagamento arriva Rocco Siffredi, l’italia più famoso nel mondo dell’hard. «Vedere filmini gratis è bello – commenta -non lo nego, è alla portata di tutti, è una cosa di grande libertà e democrazia,  ma ormai di amatoriale non c’é più quasi niente e a farla da padrone sono le clip di film piratati. Ieri è uscito in America il mio ultimo film e già mi hanno riferito che si può trovare gratis su uno di quei siti. La pirateria è globale e rischia di uccidere tutta l’industria. E’ un problema grave, ne va della qualità di un film ma anche proprio dell’esistenza stessa delle società di produzione. I nostri filmini su YouPorn non hanno per noi alcun incasso, a guadagnarci sono solo i proprietari di questi domini internet».  L’industria del settore, conclude «dovrà fare qualcosa al più presto, non so bene cosa, ma se non si pone rimedio al più presto si muore».

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