Internet libero, l’emendamento D’Alia, il frate cappuccino e la bufala (ci siamo cascati anche noi)

Un frate cappuccino che si scaglia contro la censura su Internet? La notizia era senz’altro interessante ed era circolato parecchio su Internet negli ultimi giorni. Ne avevamo parlato noi su Blitzquotidiano, facendo riferimento ad un lancio dell’agenzia Agi (ma ne aveva scritto anche Giacomo Galeazzi sul suo blog così come altri blogger e vari utenti di Facebook).

La denuncia del frate si riferiva all’emendamento D’Alia contenuto nel pacchetto sicurezza che prevedeva una misura capestro sulla libertà in rete: «Il ministro dell’interno, in seguito a comunicazione dell’autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l’interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine».

L’appello del frate, però, è partito in ritardo: come fanno notare Giornalettismo, Vittorio Zambardino e Alessandro Gilioli, l’emendamento D’Alia è stato bocciato dal Parlamento già ad aprile durante l’approvazione del pacchetto sicurezza. Su questa nostra svista, Giornalettismo non le manda a dire: «Non accorgersene è proprio roba da preti fannulloni o peggio: da giornalisti rincoglioniti» scrive il blog.

Noi, al netto degli insulti, rendiamo conto di questo nostro errore. E prendiamo quanto segnalato dai nostri colleghi come uno stimolo a migliorare ancora il servizio che offriamo a voi lettori che ci seguite ogni giorno.

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Marco Benedetto