Il dopo-elezioni in Iran ci consegna una nazione alle prese con il momento di maggior malcontento e instabilità dal 1979, anno della rivoluzione Khomeinista, con i manifestanti ancora in piazza a 5 giorni dall’esito delle elezioni a sfidare le autorità.
I giornalisti della Reuters inviati in Iran propongono di tenere d’occhio cinque punti chiave nelle prossime 72 ore.
- Ci sono segni che il clero possa ritirare fiducia e legittimità accordate ad Ahmadinejad? No, le possibilità sono vicine allo zero, viste le dichiarazioni della Guida Suprema Khamenei che ha sempre enfatizzato l’importanza dell’unità fra gli iraniani. Khamenei teme che scaricare Ahmadinejad significhi confermare implicitamente i sospetti di brogli denunciati dall’opposizione.
- Le proteste continueranno o hanno perso il “momento”? Difficile da prevedere. Le autorità gettano discredito sui manifestanti chiamandoli rivoltosi e ispirati da potenze straniere. Se la protesta si limiterà ai giovani e al ceto medio urbano potrà essere sempre soffocata con la violenza; se si estendesse ai ceti poveri e alle campagne nessuna forza potrebbe arginarla.
- C’è qualche possibilità che Khamenei faccia delle concessioni nel suo discorso di venerdì? Khamenei verosimilmente farà un appello alla calma e inviterà i fronti opposti a riconoscere la reciproca legittimità. É molto improbabile che conceda qualcosa ai riformatori se la situazione rimarrà allo stato attuale: nonostante le manifestazioni la vita degli iraniani scorre come prima.
- É Moussavi disposto ad accettare maggiori rischi di confronto nelle strade? Moussavi continuerà il suo attivismo e gli alleati potrebbero adottare comportamenti più aggressivi. Se la situazione gli sfuggirà di mano minacciando seriamente l’establishment si sfilerà perchè fondamentalmente non vuole andare contro gli interessi della Repubblica Islamica. Se dovesse rinunciare le speranze dei riformatori sarebbero pesantemente frustrate e i conservatori avrebbero la strada spianata per le prossime elezioni parlamentari e i consigli cittadini.
- Esiste il progetto di una nuova alleanza? É emersa un’alleanza contro Ahmadinejad. Include Moussavi, gli ex presidenti Khatami e Rafsanjani, il presidente del Parlamento Ali Larijani e il sindaco di Teheran Qalibaf. Dal momento che la Guida Suprema offre il pieno sostegno ad Ahmadinejad, questa alleanza può essere interpretata come ostile a Khamenei stesso.
