La cattiva notizia è che, secondo Stati Uniti ed Israele, l’Iran ha il potenziale tecnologico per realizzare una bomba nucleare entro un anno. Quella buona, è che probabilmente non lo farà.
Secondo le valutazioni fatte dai governi di Washington e Tel Aviv, infatti, le possibilità che si materializzi lo scenario peggiore, sono piuttosto modeste.
Mike Mullen, capo degli Stati Maggiori Riuniti dell’esercito Usa, è convinto che l’Iran, sul piano tecnologico, sia vicinissimo all’obiettivo. A sorpresa, però, il leader del Mossad, Meir Dagan, ha recentemente affermato che l’Iran non avrà l’arma nucleare prima del 2014.
Tra i due, il disaccordo è solo apparente. Perché, per il paese mediorientale, il problema non è tecnologico ma di opportunità. Decidere di costruire davvero la bomba, richiede una serie di decisioni che l’Iran non ha ancora preso
Secondo fonti americane, invece, Teheran si starebbe limitando ad arricchire grande quantità di uranio limitandosi, per ora, a esperimenti sui missili balistici.
Il motivo? Non alzare, più di quanto sia già, il livello dello scontro con la comunità internazionale. Gli iraniani, insomma, sembrano preferire la gallina di domani all’uovo d’oggi. Accantonata la bomba subito, si lavora per costruire un intero arsenale nucleare nel lungo periodo.
Soprattutto perchè, dopo il voto, il regime di Teheran appare più debole che in passato. Una vulnerabilità che, almeno in un primo periodo, secondo le fonti Usa, potrebbe però portarlo a irrigidire ulteriormente le proprie posizioni, proprio per non far trasparire questa debolezza.
Il rischio, in questa fase, è che il regime possa, per assorbire le critiche dall’esterno, avere la mano ancora più pesante con gli oppositori interni. Uno scenario che forzerebbe le sanzioni, innalzando di nuovo il livello della tensione.