Iran, New York Times/ L’Unione Europea potrebbe richiamare da Teheran tutti i suoi 27 ambasciatori, ”opzione allo studio”

L’Unione Europea sta considerando la possibilità di richiamare da Teheran tutti gli ambasciatori dei suoi 27 Paesi membri in segno di protesta per l’arresto avvenuto nei giorni scorsi di nove impiegati dell’ambasciata britannica, a quanto rivela il New York Times. Otto impiegati sono stati successivamente rilasciati ma uno, accusato di aver svolto un ruolo di particolare rilievo nei disordini post elettorali, è ancora detenuto.

Fonti diplomatiche della Ue hanno precisato che  nessuna decisione formale è stata ancora presa, ma hanno aggiunto che il richiamo degli ambasciatori ”è un opzione allo studio” come misura per difendere il personale delle ambasciate da eventuali iniziative iraniane analoghe a quella presa contro la rappresentanza britannica.

La prima reazione iraniana è stata particolarmente bellicosa. Un alto ufficiale militare ha ordinato agli europei di chiedere scusa per aver interferito negli affari interni del Paese, ponendosi così al di fuori della possibilità di riprendere i negoziati sul programma nucleare iraniano.

In un’altra dimostrazione di isolamento diplomatico dell’ Iran, il sultano dell’Oman, Qaboos bin Said, secondo notizie raccolte dal Times, avrebbe rinviato indefinitamente una prevista visita a Teheran che sarebbe stata la prima da lui compiuta dalla caduta dello Scià Reza Pahlevi nel 1979.

Il richiamo di tutti gli ambasciatori, rileva il Times, rappresenterebbe una insolita e rara dimostrazione di rabbia europea verso il comportamento dell’Iran. Fonti diplomatiche europee hanno dichiarato che qualora una decisione del genere venissa presa sarebbe la prima volta nella sua storia che la Ue adotterebbe  un provvedimento del genere.

Intanto il leader dell’opposizione moderata iraniana Mir Hossein Moussavi è intervenuto mercoledi attraverso il suo sito web facendo sapere di “considerare illegittimo” il nuovo governo di Mahmoud Ahmadinejad, proclamato vincitore delle elezioni presidenziali dello scorso 12 giugno.

Moussavi ha poi esortato le autorità a liberare quelli che ha definito “i bambini della rivoluzione“, cioè tutti i giovani scesi in piazza per sfidare Ahmadinejad e un regime accusato di avere “rubato” i loro voti. “Non esiste alcun compromesso in materia di diritti umani”, ha detto Moussavi che ha poi chiesto che venga tolta immediatamente la censura su internet e giornali dei moderati.

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lgermini