Iran/ Pena di morte. 135 minori in attesa di esecuzione capitale. A dieci giorni dal voto, diritti civili e blog sono i temi più caldi

Centotrentacinque minori in attesa di esecuzione capitale; solo negli ultimi due anni, impiccagione per 28 ragazzi. È uno dei poco invidiabili record dell’Iran, conseguenza diretta  della politica del presidente Mahmoud Ahmadinejad fatta di progressive restrizioni in materia di di diritti civili.

E chi prova a difendere questi “criminali in fasce” rischia anche di suo, come l’avvocato Mohamad Mostafaei che si occupa di una trentina di loro. Ogni visita in carcere è un calvario e il legale deve sottoporsi a interrogatori pressanti per giustificare la sua presenza. A metà maggio, solo per aver richiesto una sospensione dell’esecuzione di due suoi assistiti, ha rischiato a sua volta di finire dietro le sbarre. Sospensione che, anche quando arriva, è tutt’altro che una garanzia: come nel caso di una ragazza, Delara Dalabi, impiccata una settimana dopo aver ottenuto una sospensione di due mesi.

La stretta repressiva del regime, però, ora sembra incontrare nuovi ostacoli. A una decina di giorni dalle elezioni presidenziali, infatti, il tema dei diritti civili irrompe in campagna elettrorale. Ahmadinejad, per guadagnarsi la riconferma a capo della repubblica islamica, dovrà vedersela con tre avversari: due riformisti e un conservatore, accomunati da una condanna netta della mancanza di tolleranza del governo.

E tutti e tre gli avversari fanno della concessione di più ampie libertà personali e civili, il punto focale della loro campagna elettorale. Due i temi caldi: i bambini nel braccio della morte  e la libertà di avere un blog personale. In un paese dove i ragazzi raggiungono la maggiore età a 15 anni e le ragazze a 9, di recente il parlamento ha approvato un provvedimento  per rendere le condanne a morte dei giovani più difficili.

Ma per diventare legge manca ancora il parere positivo del “Consiglio dei Guardiani”, commissione di religiosi ultraconservatrice. Parere che, allo stato attuale delle cose, difficilmente arriverà.

Ad ogni modo, una moratoria delle esecuzioni capitali dei minorenni sembra ancora lontana. Mehdi Karroubi, uno dei candidati alla presidenza, si è permesso di annunciare che in caso di vittoria le metterà al bando. Il quotidiano conservatore Kahyan lo ha subito accusato, in tutta risposta, di essere «un agente dei sionisti».

*Scuola superiore Giornalismo Luiss

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Emiliano Condò