Iran, repressione e rivolta / Il viso di Neda, innocente uccisa da basij, fa tremare gli ayatollah. Il monito di Montazeri

Il volto di Neda è fra i giovani che attraversano da giorni le strade e le piazze della capitale iraniana. In silenzio i manifestanti urlano “Non sei morta in vano” e questo spaventa gli ayatollah. Le radici su cui si fonda il governo di Teheran potrebbero cedere davanti alle proteste che infiammano la capitale dopo le polemiche sulle irregolarità dello scrutinio alle presidenziali. Repressione genera rivoluzione e l’Iran lo sa bene.

Anche se le autorità religiose si ostinano a negare la gravità della situazione, opprimendo qualsiasi forma di protesta -adesso anche con le armi- il paese è alla deriva istituzionale. L’allarme è stato dato dall’ayatollah Hossein Montazeri, il più importante leader religioso dissidente. Reprimere i moti di piazza potrebbe essere controproducente per il regime retto da Khamenei che, sottolinea Montazeri, «nonostante possa essere potente è a rischio».

Il leader religioso, che vive a nella città santa sciita di Qom, è stato escluso dai giochi di potere dal Consiglio dei Guardiani, quando criticò aspramente gli eccessi della teocrazia, che lui stesso aveva contribuito a creare dopo la caduta dello Shah nel 1979. Sebbene fosse in lizza per sostituire il fondatore della Repubblica Islamica Ruhollah Khomeini, il suo atteggiamento scomodo costò a Montazeri sei anni di carcere, tra il 1997 e il 2003.

Adesso è tornato a far sentire la sua voce. Dopo la prima settimana di rivolta soppressa con la violenza dai militari basij di Teheran, il dissidente aveva proclamato tre giorni di lutto nazionale per le vittime delle proteste, invitando la «nobile ed oppressa nazione iraniana» a pregare e sostenere tutti, ma specialmente quella che ama definire« la preziosa gioventu».

Ma le commemorazioni funebri non piacciono al regime degli ayatollah che ha costretto l”ex candidato alle presidenziali iraniane Mehdi Karroubi ad annullare la manifestazione prevista per giovedì in onore delle persone uccise nei cortei dei giorni scorsi. Secondo quanto riferito dal portavoce di partito dovrebbe essere rinviata alla settimana prossima e svolgersi all’università di Teheran o in un cimitero. L’unico problema è il divieto assoluto a manifestare per i gruppi di opposizione, imposto dal ministro dell’Interno.

Intanto la Press-Tv, un’emittente iraniana, ha comunicato il bilancio totale dei morti nei disordini dei giorni scorsi e potrebbero ammontare a 20. Ma forse sono molti di più e Neda, con i suoi jeans e il manteau scuro macchiato di sangue è il simbolo di questa rivolta.

E proprio il sangue nel ’79 divenne il vessillo sbandierato della neo Repubblica islamica.

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luiss_smorgana