La polizia iraniana in tenuta antisommossa ha lanciato gas lacrimogeni e sparato in aria giovedì a Teheran per disperdere centinaia di dimostranti riunitisi presso l’università , violando il bando governativo sugli assembramenti, in occasione dell’anniversario della rivolta studentesca che nel 1999 portò alla caduta del regime dello scià Reza Pahlavi, a quanto riferisce la Reuters.
Assieme alla polizia c’erano membri della milizia basij in motocicletta che pattugliavano la zona. I manifestanti sono stati colpiti da manganelli e bastoni dai basij. Alcuni testimoni riferiscono di svariate persone arrestate.
Rimane quindi alta la tensione in Iran. In mattinata il governatore generale della capitale, Morteza Tamadon, era stato chiaro: «Se qualcuno intende compiere azioni contrarie alla sicurezza rispondendo agli appelli di emittenti antirivoluzionarie, sarà schiacciato sotto i piedi del nostro popolo, che è in allerta».
L’avvertimento del governatore è stato motivato dal fatto che da giorni sui blog iraniani rimbalza l’invito a manifestare con una rosa in mano. Una protesta pacifica per commemorare l’ anniversario e per protestare contro la rielezione del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad. Un invito raccolto, secondo fonti non ufficiali, da molte città in tutto il Paese. A Teheran, secondo i blog, continuano gli scontri, così come a Sfahan (centro) e a Shiraz (sud).
Attivisti per la difesa dei diritti umani hanno dichiarato che circa 2 mila persone arrestate durante i disordini seguiti alle contestate elezioni del 12 giugno sono tuttora in prigione. Tra i detenuti ci sono accademici, esponenti dell’opposizione guidata da Mir Hossein Mousavi, giornalisti e studenti.
