L’opposizione aveva infatti organizzato un corteo di protesta contro la rielezione di Mahmoud Ahmadinejad alla presidenza della Repubblica islamica d’Iran. La manifestazione era l’occasione per ricordare coloro che sono stati uccisi in seguito alle dimostrazioni di condanna delle elezioni.
In barba ai divieti delle autorità, anche i leader dell’opposizione Mir Hossein Moussavi e Mehdi Karrubi avevano deciso di commemorare oggi le vittime, recandosi presso il grande cimitero di Behesht-e Zahra, nel sud di Teheran, dove sono sepolti Neda Agha-Soltan e altri giovani uccisi nella manifestazioni del 20 giugno. Presente anche la madre di Neda, la ragazza che, dopo la diffusione del video della sua morte, è diventata il simbolo della protesta.
Per aggirare i divieti, la commemorazione si terrà in nove diverse località della capitale. La cerimonia prevede la lettura di alcuni brani del Corano. I manifestanti uccisi durante gli incidenti sono una trentina, secondo l’ultimo bilancio ufficiale, almeno cento secondo le organizzazioni per i diritti umani. Inoltre, alcuni media iraniani riferiscono che almeno quattro persone sono morte in carcere.
Tra le 1.000 e le 2.000 persone sono finite in manette durante le proteste di piazza contro Ahmadinejad, secondo cifre ufficiali. Ieri le autorità hanno reso noto di averne liberate 140. Rimangono dietro le sbarre circa 250 persone, sempre secondo fonti ufficiali.