150MILA SOLDATI – L’accordo è il risultato di un negoziato durato un anno e che spesso è stato condotto con toni aspri. Prevede la partenza dei circa 150mila soldati americani, che attualmente sono distribuiti su oltre 500 basi. Dalle città i soldati se ne andranno entro il 2009 e da tutto il territorio iracheno entro la fine del 2011, vale a dire otto anni dopo il crollo del regime di Saddam Hussein. La riunione del consiglio dei ministri è durata circa due ore. Il premier Nuri al Maliki, che ha fortemente voluto l’accordo, era già praticamente certo di ottenerne l’approvazione perché poteva contare sul sì della coalizione sciita e dei partiti curdi, che insieme hanno 19 ministri. Aveva anche l’appoggio degli indipendenti e di una parte dei ministri sunniti.
LA DECISIONE DEL PARLAMENTO – Il parlamento deve ora procedere a una doppia lettura con un voto definitivo a distanza di almeno sei giorni. Seguirà la ratifica da parte del consiglio presidenziale e solo a questo punto si potrà procedere alla firma ufficiale dell’accordo, presumibilmente a Washington, da parte di Maliki e del presidente americano George W. Bush. La Casa Bianca ha definito il testo un buon accordo, soddisfacente per entrambe le parti. Anche il grande ayatollah Sistani, maggiore autorità religiosa sciita del paese, ha dato un suo informale consenso. L’accordo dà un quadro giuridico certo alla presenza militare americana in Iraq alla scadenza del mandato Onu, alla fine di quest’anno.