ISRAELE AVANZA: FURIOSI COMBATTIMENTI, GAZA QUASI CIRCONDATA, LIVNI, ”NO A PROPOSTE UE”

Terzo giorno dell'attacco via terra nella Striscia di Gaza. L'esercito israeliano continua la sua avanzata appoggiato dall'artiglieria navale e dall'aviazione. Combattimenti furiosi intorno a Gaza City: la città «è parzialmente circondata», ma non tutti gli obiettivi sono stati raggiunti e dunque «l’operazione continua», ha dichiarato il ministro israeliano della Difesa Ehud Barak davanti alle Commissioni Esteri e Difesa della Knesset che si sono riunite a porte chiuse.

Il braccio armato di Hamas, le brigate Essedine Al-Qassam, ha fatto sapere che migliaia di militanti sono pronti a combattere nella Striscia, il ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni ha ribadito che le condizioni per un cessate-il fuoco non sono ancora mature. «Prima, quando Hamas colpiva Israele, questo esercitava la moderazione; oggi l'equazione è cambiata: se attaccato Israele risponderà», ha dichiarato la Livni. Il ministro degli esteri israeliano ha inoltre respinto una proposta europea per lo stazionamento di osservatori internazionali.

La Livni si è così espressa a conclusione di un colloquio con la troika europea, composta dal ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, da quello ceco Karel Schwarzenberg e dallo svedese Carl Bildt (il gruppo comprende anche il Commissario alle relazioni Esterne Nemita Ferrero-Waldner e il responsabile per la politica estera e la sicurezza dell'Ue Javier Solana). Diversa la posizione di Schwarzenberg che ha invece ribadito la posizione dell' Ue che vuole un immediato cessate il fuoco a Gaza. La delegazione si recherà quindi a Ramallah e Amman.

In ogni caso, la missione europea in Medio Oriente non avrà incontri con Hamas che «resta nella lista nera delle organizzazioni considerate terroriste». Lo ha detto un portavoce della Commissione Ue, ricordando che la decisione di includere il movimento estremista di Hamas nella lista è stata presa dai 27 stati membri della Ue e resta valida ancora oggi.
«A Ramallah, la delegazione europea avrà incontri con rappresentanti dell'Autorità nazionale palestinese, che è il nostro interlocutore», ha detto il portavoce Amadeu Altafaj.

Già lunedì mattina il ministro della Difesa Ehud Barak aveva spiegato che Israele non ha ancora raggiunto il suo obiettivo finale anche se «Hamas ha subito un duro colpo». «Noi non cerchiamo uno scontro sanguinoso, ma al tempo stesso dobbiamo fare ciò che farebbe qualunque stato che vuole vivere: proteggere la vita dei suoi cittadini», ha ribadito. In riferimento al confine nord (Libano e Siria), il ministro della Difesa ha spiegato che Israele sta osservando da vicino quello che succede. Poco prima il capo del Mossad, Amos Yadlin, secondo quanto riferito dalla radio militare, aveva messo in guardia contro un attacco del movimento sciita libanese Hezbollah alla frontiera tra Israele e il Libano. Secondo Yadlin, la milizia libanese filo-iraniana potrebbe prendere a pretesto l'offensiva militare israeliana nella Striscia di Gaza contro Hamas per aprire «un secondo fronte» di guerra.

La diplomazia al lavoro
In parallelo alla missione della troika europea, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha avuto un colloquio lunedì con il suo omologo egiziano Hosni Mubarak incentrato sugli sforzi in vista di un cessate in fuoco nella Striscia di Gaza. Il capo dell'Eliseo è infatti impegnato in una missione regionale che, dopo la tappa a Sharm el-Sheikh, sul Mar Rosso, lo porterà a Gerusalemme, per incontrare il primo ministro israeliano Ehud Olmert, e a Ramallah, in Cisgiordania, dove vedrà il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen.

A New York, inoltre, il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon incontrerà i ministri arabi che si riuniranno per fare pressione sul Consiglio di Sicurezza. Lunedì Riyad al-Maliki, ministro degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese, arrivato a New York un giorno prima di Abu Mazen (Mahmud Abbas), ha affermato che gli Stati arabi presenteranno un nuovo progetto di risoluzione chiedendo di «fermare l'aggressione israeliana» e che venga «garantito un cessate il fuoco» attraverso «il dispiegamento di osservatori internazionali». «Speriamo che il Consiglio di Sicurezza possa discutere e approvare la risoluzione già domani», ha detto il ministro degli Esteri. Secondo fonti diplomatiche, si attribuisce ai Paesi arabi, guidati dalla Libia, membro non permanente del Consiglio di Sicurezza, l'intenzione di presentare un progetto di risoluzione leggermene emendato rispetto a quello dei giorni scorsi, per ottenere il consenso dei Paesi occidentali.

In Egitto intanto è attesa una delegazione di Hamas per discutere della guerra in corso. Secondo quanto riferisce la Tv satellitare "al-Arabiya", i dirigenti scelti dal movimento islamico palestinese per questo compito di mediazione sono Muhammad Nasr e Ahmad al-Najmi. I due esponenti di Hamas arriveranno lunedì sera e ascolteranno le proposte avanzate dall'Egitto che sta svolgendo un ruolo di mediazione per fermare le operazioni militari a Gaza.

Anche il ministro italiano degli Esteri, Franco Frattini, ha annunciato in un'intervista a Sky Tg24 che si recherà nei Territori palestinesi «appena le condizioni saranno mature». «I viaggi si fanno quando c'è qualche utilità concreta», ha aggiunto Frattini.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso l'auspicio di una tregua immediata a Gaza ed augurato il successo alle missioni di Javier Solana e Nicolas Sarkozy. «Mi auguro che con la visita, sia della missione europea coordinata da Solana sia del presidente Sarkozy si riesca a trovare un filo per realizzare un tregua, una sospensione delle ostilità per riaprire una prospettiva di pace», ha spiegato il capo dello Stato. La situazione, però, ha fatto notare Napolitano è «molto dura», ed è «caratterizzata ache da un presenza come quella di Hamas, che ha segnato una spaccatura. Io l'ho constatato quando sono andato lì, poco più di un mese fa. È un elemento di complicazione di una crisi già pesante che si trascina».

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