Il centro dovrebbe lasciare la sede entro il 30 settembre, perché ha ricevuto lo sfratto esecutivo, ma da viale Trastevere arriva pieno sostegno: «L’Ebri- sottolinea- è un centro di eccellenza che va tutelato in qualsiasi modo. Per questo motivo sono già in atto queste tre azioni: creazione di un tavolo tecnico tra il ministero, l’Ebri e la proprietà per verificare la possibilità che l’Ebri possa continuare a lavorare nelle strutture che attualmente utilizza; trasferimento in una sede alternativa (in questo caso, esistono già alcune ipotesi molto concrete per trasferire il centro in altre strutture); è in via di erogazione- è il terzo punto- il finanziamento del ministero da 485mila euro, che ho già firmato e che attende il parere delle commissioni parlamentari, per consentire all’Ebri di proseguire gli studi e le attività di ricerca», ha assicurato la Gelmini.
Se fosse così i 50 ricercatori e scienziati in bilico per il futuro potranno continuare a lavorare per l’Istituto.