ROMA – “Il Colosseo è a rischio crollo per colpa dei lavori della nuova metro C“. A gridare l’allarme è l’associazione Italia Nostra che in un breve dossier punta il faro sul monumento simbolo della Capitale, in pericolo secondo l’associazione, per i lavori della linea C della metropolitana di Roma.
“A giorni verrà recintata un’immensa area su via dei Fori Imperiali – si legge nel documento, presentato a Roma assieme ai Radicali -Progressivamente si ridurrà lo spazio residuo per il traffico a due sole corsie, totalmente addossate al Colosseo”. Anche per i turisti lo spazio si riduce drasticamente: costretti a marciare in fila indiana lungo “uno strettissimo corridoio di 2,85 metri”.
La recinzione, spiega il dossier, serve perché “al suo interno tutta via dei Fori verrà scavata e svuotata fino a una profondità di 50 metri. Nello spazio così ricavato verrà costruita la gigantesca stazione della Metro C. Il cantiere durerà fino al 2020″.
Secondo Carlo Ripa di Meana, presidente di Italia Nostra Roma, “i terreni di riporto potrebbero cedere e trascinare a terra il Colosseo“.
In discussione ci sarebbero anche i costi dell’opera che, secondo Italia Nostra, sarebbero lievitati in modo esponenziale dal corrispettivo di 1,9 miliardi di euro del 1990, quando nacque il progetto della metro C. E’ tutto scritto in una relazione della Corte dei Conti del 2012 che, spiega Ripa di Meana, “ha sventato un project financing alle aziende da 10 miliardi”.
Per non parlare della tecnologia, scelta all’epoca, che è ormai obsoleta, “con treni pesanti che avrebbero impatti devastanti nelle viscere di Roma”.
Affiancato dai parlamentari radicali Emma Bonino ed Elisabetta Zamparutti e dal candidato a governatore del Lazio Giuseppe Rossodivita, Ripa di Meana ha rivolto un appello alla Soprintendenza di Roma. E se non saranno loro a prendere in mano la situazione ci penserà la stessa associazione ad adire le vie legali. “E’ l’ultimo ostacolo prima dell’apertura dei cantieri – ha detto Ripa di Meana – però la soprintendenza è sottoposta a fortissime pressioni e sta per cedere. Se non denuncerà la violazione della legge, che vieta di iniziare i lavori prima del completamento delle indagini archeologiche, lo faremo noi alla procura della Repubblica”.
”E’ un progetto gestito totalmente dal sistema dei partiti – ha aggiunto – completamente chiuso ai cittadini”. “Minima competenza tecnica e massima competenza affaristica”è la denuncia di Italia Nostra. ”Non siamo contrari a fare la metro C – ha aggiunto Bonino – ma qual è l’ostacolo a un dibattito pubblico su questo argomento?”.