«Come società stiamo finalmente imparando che è meno dannoso ammettere gli errori che fingere non siano mai accaduti. Niente migliora la giustizia più della rigorosa ricerca dell’errore».
Con queste parole si chiude l’editoriale del giornale inglese “The Guardian”, che oggi inaugura una nuova iniziativa: “Justice on trial“, dove il “processo” è fatto alla giustizia.
La missione del quotidiano, che già ne intraprese una simile negli anni ’90, vuole essere quella di segnalare e seguire i casi di condanne particolarmente controverse, per tentare di evitare o per porre rimedio ad eventuali errori giudiziari.
Come quello che ha coinvolto Sean Hodgson e che recentemente ha scosso il mondo anglosassone: l’uomo, condannato all’ergastolo per omicidio e in carcere dal 1982, è stato scagionato a marzo grazie al test del DNA, che non era ancora in uso ai tempi del suo processo.
Sull’onda di questo e di altri casi analoghi, il Guardian ha oggi lanciato il progetto, con un video di quasi dieci minuti ‘postato’ sulla home-page del sito che raccoglie le testimonianze di tre innocenti in passato ingiustamente condannati: Sean Hodgson, John Kamara e Paddy Hill.
Nella consapevolezza che ristabilire la giustizia attraverso il riesame dei casi e ridurre gli errori giudiziari sia la premessa necessaria per aumentare la fiducia dei cittadini britannici nei confronti del sistema penale.
Sara Grattoggi
(Scuola Superiore di Giornalismo Luiss)
Fonti:
The Guardian (http://www.guardian.co.uk/uk/series/justice-on-trial)
