"Voglio togliere le scarpe, perché ho davvero molto male", è una delle prime esigenze dello scalatore, che non ha perso l’entusiasmo: "Sono veramente contento di aver raggiunto la vetta del K2, è quello che abbiamo sempre sognato, Agostino", ha detto durante la telefonata.
Stamattina lo scalatore valtellinese era arrivato a quota 5.400, dove gli elicotteri avrebbero dovuto prelevarlo. Ma il maltempo aveva fermato i mezzi di soccorso e lo aveva costretto a scendere a piedi altri trecento metri. Insieme a lui, tre portatori, l’alpinista americano George Djmorescu, il medico statunitense Eric Meier e il compagno di spedizione Mario Panzeri, che in mattinata lo aveva raggiunto al campo base avanzato.
All’alba Confortola aveva lasciato il campo 1, dove era arrivato ieri. "Siamo giù, tutto bene, ma i piedi mi preoccupano, fate arrivare l’elicottero", aveva detto a Da Polenza. Invece, la pioggia battente aveva convinto i soccorritori a evitare l’invio dei mezzi.
Una volta in Italia, Confortola sarà curato a Padova per i congelamenti riportati nelle notti all’addiaccio sul K2. A visitarlo sarà il professor Gianfranco Picchi, chirurgo dell’ateneo padovano che da molti anni si occupa degli alpinisti. "Per ora non si possono fare previsioni – ha spiegato Picchi – in quanto bisogna vedere quali lesioni ha riportato e soprattutto di quale grado. Per fare una prognosi corretta occorrerà attendere qualche settimana, prima non è possibile per questo genere di ferite".