K2: CONFORTOLA SALVO, E’ ARRIVATO AL CAMPO BASE CON LE SUE FORZE

Marco Confortola è definitivamente salvo: è arrivato al campo base del K2. "Sono contento di essere vivo, mi rendo conto che sono morti tutti e siamo rimasti solo in tre", sono state le sue prime parole ad Agostino Da Polenza, coordinatore dei soccorsi in collegamento dall’Italia. Confortola è riuscito a raggiungere quota 5.000 scortato da un gruppo di alpinisti. Accusa un forte dolore agli arti inferiori ma, nonostante questo, non ha perso quella determinazione che gli ha consentito, unico tra i sopravvissuti della spedizione, di concludere la discesa dalla vetta al campo base. Ora ricevererà i primi soccorsi nella tenda medica attrezzata al campo base. Una volta giunto in Italia, verrà curato a Padova.

"Voglio togliere le scarpe, perché ho davvero molto male", è una delle prime esigenze dello scalatore, che non ha perso l’entusiasmo: "Sono veramente contento di aver raggiunto la vetta del K2, è quello che abbiamo sempre sognato, Agostino", ha detto durante la telefonata.

Stamattina lo scalatore valtellinese era arrivato a quota 5.400, dove gli elicotteri avrebbero dovuto prelevarlo. Ma il maltempo aveva fermato i mezzi di soccorso e lo aveva costretto a scendere a piedi altri trecento metri. Insieme a lui, tre portatori, l’alpinista americano George Djmorescu, il medico statunitense Eric Meier e il compagno di spedizione Mario Panzeri, che in mattinata lo aveva raggiunto al campo base avanzato.

All’alba Confortola aveva lasciato il campo 1, dove era arrivato ieri. "Siamo giù, tutto bene, ma i piedi mi preoccupano, fate arrivare l’elicottero", aveva detto a Da Polenza. Invece, la pioggia battente aveva convinto i soccorritori a evitare l’invio dei mezzi.

Una volta in Italia, Confortola sarà curato a Padova per i congelamenti riportati nelle notti all’addiaccio sul K2. A visitarlo sarà il professor Gianfranco Picchi, chirurgo dell’ateneo padovano che da molti anni si occupa degli alpinisti. "Per ora non si possono fare previsioni – ha spiegato Picchi – in quanto bisogna vedere quali lesioni ha riportato e soprattutto di quale grado. Per fare una prognosi corretta occorrerà attendere qualche settimana, prima non è possibile per questo genere di ferite".

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