Nella nuova versione del sito del Ministero delle Pari Opportunità presentata ufficialmente lo scorso 14 maggio, mancherebbe, a differenza della versione precedente, ogni riferimento alla lotta all’omofobia.
Tra le persone che vengono citate come persone soggette a discriminazioni, ci sarebbero i disabili e le donne, fino ai bambini contesi: ma il sito è privo di qualunque riferimento ai gay. Inoltre, il ministro Mara Carfagna ha deciso di cancellare una commissione per i diritti e le pari opportunità delle persone GLBT – acronimo utilizzato per riferirsi a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali-, istituita da Barbara Pollastrini, ministra all’epoca del Governo Prodi.
«Non è stata ritenuta prioritaria», fanno sapere dal ministero. Per Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay,«La Carfagna dovrebbe dimettersi: il suo ministero non ha fatto nulla per le persone GLBT».
La pagina web riportava l’elenco delle vittime di varie discriminazioni, tra cui per quelle sessuali. «Stereotipi e pregiudizi nei confronti di omosessuali, transessuali e bisessuali – si leggeva, – sono ancora radicati culturalmente, ma l’orientamento sessuale appare ancora oggi un fattore di discriminazione anche sul piano normativo». Citando un rapporto europeo, veniva riferito che «le discriminazioni sull’orientamento sessuale sono diffuse, secondo il 73% degli italiani».
La commissione per le pari opportunità delle persone omosessuali, doveva rimanere istituita per tre anni, secondo quanto indicato nel decreto che l’aveva istituita. Doveva fornire consulenze per elaborare ed attuare politiche per i diritti e le pari opportunità per lesbiche, gay, bisessuali e transgender, ma per l’ufficio stampa del ministero, la commissione non aveva nessuna disposizione normativa e si era riunita una volta sola: così, caduto il governo che l’aveva istituita, è decaduta anch’essa.
In realtà, la commissione faceva proprie alcune decisioni europee contro l’omofobia e le discriminazioni dei gay. Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay, non si stupisce più di tanto: «Con la Carfagna non siamo mai riusciti ad interagire. Persino Stefania Prestigiacomo, quando fu ministro, ci chiamò, anche se poi concretamente non fece nulla.
Per noi, un ministro delle Pari opportunità che non si occupa delle pari opportunità dei gay, si dovrebbe dimettere». Quanto all’assenza di ogni riferimento alla lotta all’omofobia, il ministero conferma e dice: «Se ne sta occupando il Parlamento, nella persona del deputato del Pd, Anna Paola Concia, anche per conto del Pdl»