LA FAME DI IMMIGRATI

di Sandro

Il "New York Times" parla del paradosso italiano sul razzismo, certo che da loro il grosso dell’immigrazione è arrivata nei momenti dove occorreva molta manodopera, l’America stava sorgendo, occorrevano operai, artigiani, aprivano negozi, il lavoro insomma non mancava e, non solo nell’America del nord. Quindi l’immigrazione, anche se poteva causare dei problemi di integrazione e di ordine pubblico, era tutto sommata sopportata e utile. Ma da noi in Italia… ci mandano a casa a cinquanta anni, i nostri figli faticano a trovare un lavoro che dia una certa parvenza di tranquillità per il futuro, moltissimi dei nostri pensionati hanno grossi problemi economici oltre che salute, se si fanno figli, mancano gli asili etc. E lo stato deve usare le sue risorse per mantenere tutti i clandestini, gli immigrati che precipitano da noi dall’Est e dall’Africa? Le aziende italiane hanno fame di immigrati, perché? Perché li pagano in nero, perché li fanno lavorare molte ore in più di quanto previsto in contratto, perché li pagano meno anche a contratto. E perché molti cittadini li vogliono? Per affittargli stanze a prezzi da ladri, per avere badanti in nero, per fargli spacciare droga etc. Questa è la realtà.

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