L’Harley Davidson, il più grande costruttore Usa, compra la MV Agusta, storico marchio italiano diventato famoso sulle piste di mezzo mondo grazie alle gesta di Giacomo Agostini. Dopo 105 anni insomma la casa americana dĆ una svolta alla sua storia e compie una clamorosa acquisizione che le consentirĆ di essere più competitiva in Europa e, soprattutto, di formare una specie di "polo del lusso a due ruote" in grado di lottare ad armi pari con i colossi giapponesi.
L’operazione, fra l’altro, sembra che alla Harley Davidson sia costata anche poco: appena 70 milioni di euro, compreso il debito nei confronti delle banche pari a 45 milioni. Non va dimenticato infatti che per quanto piccola (la Mv Agusta ha prodotti nel 2007 appena 5.819 moto) la gamma delle moto varesine ĆØ ai vertici mondiali, sia come tecnologia che – soprattutto – per immagine.
Claudio Castigioni, che con la sua famiglia possedeva il 95% della MV, resterĆ quindi presidente del gruppo e anche il capo designer Massimo Tamburini, autore delle moto più belle della storia, continuerĆ a guidare il team di disegnatori che hanno riportato il marchio al successo. Nel pacchetto di acquisizione ĆØ finita anche la Cagiva e l’accordo prevede giĆ oggi che gli ex proprietari della MV verranno riconosciuti ulteriori pagamenti se la societĆ raggiungerĆ alcuni target finanziari che la casa americana si ĆØ fissata di raggiungere entro il 2016.
L’idea di questa acquisizione? Ce la spiega direttamente il ceo Harley Davidson, Jim Ziemer: "Le motociclette sono il cuore, l’anima e la passione di Harley Davidson, Buell e Mv Agusta: tutte fanno grandi prodotti e hanno uno stretto rapporto con clienti incredibilmente fedeli. I marchi Mv Agusta e Cagiva sono ben conosciuti e considerati in Europa. Sono sinonimo di moto belle, italiane e di qualitĆ superiore".
Intanto da Milwaukee si affrettano a far sapere che la MV Agusta rimarrĆ in Italia, con il quartier generale a Varese. Ovvio, un volta fatto il closing, il primo obiettivo della nuova proprietĆ sarĆ quello di formare una nuova squadra dirigente, a partire da un nuovo direttore generale, ma lo scopo del colosso Usa ĆØ chiaro: rilanciare l’immagine della moto italiana, legare – se possibile – ancora di più queste moto al territorio. Proprio come hanno fatto con le Harley quando hanno fatto rinascere il marchio. E, proprio, come molti altri costruttori italiani stanno dimenticando, inseguendo strampalate strategie di marketing o gareggiando sul piano delle prestazioni le moto giapponesi. ChissĆ che questa acquisizione possa servire da lezione. E che possa finalmente far capire a molti altri costruttori che le moto italiane si comprano soprattutto perchĆ©… italiane.
