La Lega comincia la campagna d’autunno e parte all’attacco di Berlusconi, chiedendo ancora e con forza la presidenza di tre regioni del nord. A dare il via alle ostilità è il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, con un’intervista al quotidiano Libero.
Dice Maroni: “Abbiamo proprio intenzione di chiederle tutte e tre, perché abbiamo i numeri e le persone giuste per governare sia la Lombardia, sia il Veneto, sia il Piemonte”.
In vista delle regionali, Roberto Maroni avverte gli alleati che la Lega non scherza: “Noi chiediamo tre regioni sapendo di poterne chiedere quattro, cinque o sei, visto il peso che abbiamo”.
Secondo Maroni “sarebbe inevitabile” una incrinatura negli equilibri di governo nel caso in cui il Pdl rifiutasse i candidati del Carroccio: “Ma il rapporto tra Bossi e Berlusconi è tale – rassicura il ministro dell’Interno – che sono pronto a scommettere che alla fine troveranno un accordo soddisfacente per tutti”.
Maroni spiega che la Lega vuole “affermare il modello bavarese di alleanza col Pdl, che vede una forza politica nazionale e una regionale che governano insieme”: insomma, “la nostra ambizione – sottolinea il responsabile del Viminale – è proprio questa, che la Lega al Nord rappresenti tutta la coalizione”.
Del resto, per ciò che riguarda i candidati a governatore, “abbiamo solo l’imbarazzo della scelta in tutte e tre le regioni”. Roberto Castelli ad esempio: “E’ un uomo preparatissimo, ma fa quello che Bossi gli dice di fare. Questa – rimarca Maroni – è la regola dentro la Lega. Vale anche per me. Se mi dicesse: ‘Tu domani fai il sindaco’, io obbedirei al capo”.
Dunque, nomi meglio non farli: “Tranne Bossi, siamo tutti intercambiabili. E abbiamo tantissime donne e uomini – insiste il ministro del Carroccio – che hanno dimostrato di saper governare. I leghisti sono i più bravi, c’é poco da fare”. Quanto al rientro in coalizione dell’Udc, “non vedo la necessità”.
Maroni, nell’intervista, parla anche di immigrazione negando frizioni con l’Europa: “Come ha ribadito il portavoce di Bruxelles, è una prassi normale. Non c’é nessuna accusa all’Italia, ma semplicemente una richiesta di informazioni, anzi in questi 14 mesi abbiamo chiesto all’Europa una maggiore disponibilità a intervenire e abbiamo ottenuto qualche risultato”.