di Delio
La magistratura è in rivolta in seguito all’annuncio di un provvedimento per la regolamentazione delle intercettazioni. Pochi giorni fa c’erano state analoghe reazioni per l’annuncio di un disegno di legge sulla sicurezza, che prevedeva l’istituzione del reato di immigrazione clandestina e la costituzione di una superprocura. Atti definiti incostituzionali dai magistrati. A parte il fatto che non si riesce a capire come si possano giudicare i provvedimenti prima che vengano pubblicati, mi pare che il giudizio di incostituzionalità di una legge spetti innanzi tutto al Capo dello Stato all’atto dell’approvazione della legge. Ma, in termini più generali, mi pare che sia saltato quel principio sacrosanto che dovrebbe essere alla base di qualsiasi democrazia, che riguarda la divisione dei poteri così lucidamente delineata tre secoli fa dal Montesquieu nel suo "Esprit des lois". Volendo semplificare, non è giusto che i politici interferiscano con i magistrati nell’adempimento della loro attività giudiziaria, ma è altrettanto giusto che i magistrati non interferiscano con il Parlamento addirittura prima che questo abbia legiferato.