L’estate รจ entrata nel vivo. Quella politica, naturalmente. Caratterizzata, come sempre, da chiacchiere a vuoto e dai problemi che ingigantiscono. Quest’anno, sotto l’ombrellone, andranno forti la disunitร d’Italia, ovviamente la recessione economica, le ronde, e, non puรฒ mancare, il lungo ossessivo deprimente gossip su escort e primo ministro. Un’estate prevedibilmente noiosa com’รจ la politica di questi tempi.
Nessuno si appassionerร , al di lร delle interminabili discussioni sul rincaro dei pomodori e delle zucchine, e sui gusti e le tendenze sessuali di Berlusconi, a ben altre questioni che attengono alla crescente povertร delle famiglie italiane, allo scollamento tra i poteri dello Stato, al naufragio del bipolarismo posto che i due maggiori partiti assomigliano sempre di piรน a torme di naufragi che non trovano neppure una zattera a cui aggrapparsi. Sullo sfondo ci sarebbe il congresso del Partito democratico: ma, onestamente, c’รจ qualcuno – al di lร degli addetti ai lavori – che puรฒ interessarsi alle omeopatiche differenze che distinguono i programmi di Bersani e di Franceschini o alle note spese, vecchie di un decennio, del professor Marino, il Grande Moralista del partito nuovo?
Verrร ottobre ed assisteremo anche a questa sciarada inutile e melensa che per qualche settimana occuperร le pagine dei giornali e le aperture dei telegiornali. Chiunque vincerร la partita congressuale non riuscirร a cambiare comunque lo stato delle cose per la semplice ragione che il sistema รจ da buttare via.
Forse se ne sono accorti anche dalle parti del Pdl, dove l’estate trascorrerร tra rituali feste politiche, sempre piรน assomiglianti a sagre paesane con contorno di comparsate dei soliti noti, e promesse di impossibili rilanci programmatici. Nessuno s’illuda: non se ne vedranno. Anche in questo caso per lo stesso motivo: il Pdl ha rinunciato a fare politica scegliendo la strada del protagonismo e del presenzialismo degli oligarchi che ne incarnano se non lo spirito (mai visto fin qui) quanto meno si applicano nella difesa d’ufficio, come gli compete, di tutto quanto viene sfornato da palazzo Chigi.
Un anno fa, a dirla tutta, eravamo tra coloro che immaginavano e credevano nell’apertura in questa legislatura di una stagione costituente. Non potevamo minimamente intravedere che il bipolarismo selvaggio avrebbe dissolto qualsiasi speranza di riforma fondata su un civile confronto tra le parti. Poi ci si sono messe le puttane, i ruffiani, i vizietti privati ed รจ naufragata la speranza che avevamo coltivato. Quest’autunno, dunque, non si raccoglierร niente. Men che meno nei tempi che seguiranno. Ed c’intristisce non poco la prospettiva che di qui ad un anno, e forse fino alla fine della legislatura, saremo costretti ad inseguire altro, fuori dalla Penisola; a cercare segni di vitalitร in altre lande, se non proprio piรน amene quanto meno piรน stimolanti. Fino a quando qualcuno non si accorgerร (ma chi, a questo punto?) che ipotizzare un cambio di passo รจ indispensabile per il destino del Paese, dunque di tutti noi.
Le riforme? Si facciano quando รจ possibile. Ma perlomeno la classe politica, o quel che resta di essa, si ponga il problema se continuare a selezionare i parlamentari per cooptazione o per elezione, se riprendere la strada del maggioritario, possibilmente ripulito ai residui di proporzionale, oppure intervenire sulla legge vigente e renderla integralmente proporzionale (senza premi di maggioranza) e con annesse preferenze. Sarebbe giร un bel passo in avanti. Altro non รจ possibile. Rassegnamoci. O accontentiamoci. Avremmo giร un risultato da non buttare via se non si sprecasse piรน inchiostro sulla questione Nord/Sud, sul presidenzialismo possibile o impossibile, sulla forma di governo e sui limiti della magistratura. Teniamoci quel che abbiamo e cerchiamo di limitare i danni. Mettendo impropriamente le mani dove non si dovrebbe, la situazione potrebbe soltanto peggiorare. Tempi migliori verranno: dobbiamo per forza sperarlo. Ed anche questa torrida estate passerร . Le piogge torrenziali si porteranno via gossip ed illusioni. Il fresco autunnale forse ci farร tornare un po’ di buonumore. Le nostre coronarie ne hanno un bisogno disperato.