Il Quirinale รจ preoccupato. Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino altrettanto. Berlusconi lo sa, ma va avanti lo stesso.L’obiettivo รจ bloccare la sentenza del processo Mills dov’รจ imputato di corruzione in atti giudiziari. La strategia – secondo quanto scrive La Repubblica – prevede due tempi: subito (oggi) un emendamento al decreto sicurezza, l’unico contenitore disponibile che gli puรฒ garantire la rapiditร necessaria, per bloccare tutti i processi che “non destino grave allarme sociale” per i reati commessi fino al 2001 (come il suo). A seguire un disegno di legge per riproporre, con legge ordinaria, il lodo Schifani, inchieste congelate per le piรน alte cariche dello Stato. Mancino boccia entrambi i progetti. Del secondo dice: “Ci vuole una legge costituzionale”. E delle prioritร ai giudici per mandare avanti i dibattimenti per reati gravi e gravissimi: “Non sono mai stato di questo avviso perchรฉ scalfisce e attenua l’obbligatorietร dell’azione penale”.
Saggi consigli, rischi di conflitto istituzionale, sconvolgimento dei processi in un’intera nazione, rottura con l’opposizione. Ma il Cavaliere mette in gioco tutto pur di evitare un’ipotetica condanna che, a parole, il suo avvocato Niccolรฒ Ghedini continua ad escludere dal novero delle possibilitร . E tuttavia, da una settimana, si lavora in modo febbrile per infilare nel decreto sicurezza la norma che proprio Ghedini aveva proposto sin da quando il governo ha cominciato a lavorare sul pacchetto. Un articolo che suona cosรฌ: “Nella trattazione dei procedimenti penali e nella fissazione delle udienze รจ data precedenza ai processi con imputati detenuti e a quelli che abbiano messo in pericolo la sicurezza pubblica o che abbiano comportato grave allarme sociale”.
Un diktat alle toghe. Simile a quello che il Csm fece negli anni Settanta per i processi di terrorismo. O come la circolare del procuratore Maddalena per i reati indultati. Mandare avanti i reati gravissimi, mafia e terrorismo, e quelli gravi, furti, rapine, violenze di ogni tipo. Tutto per rispondere all’allarme sicurezza, “come vuole la gente” insiste il Cavaliere. Reati commessi fino al 2001 (giusto come il suo), e quindi a rischio prescrizione, ma con la garanzia che la stessa prescrizione sia sospesa per legge. Restano fuori tutti i delitti dei colletti bianchi, e tra questi ovviamente anche la corruzione giudiziaria del presidente Berlusconi.
Nelle riunioni per definire il ddl sulle intercettazioni si parla anche di questo. Ne discutono tecnicamente Ghedini, il Guardasigilli Angelino Alfano, il ministro dell’Interno Bobo Maroni, l’aennina Giulia Bongiorno. Berlusconi insiste, vuole subito la sospensione e poi il lodo. Giovedรฌ ne parla a pranzo con Bossi e Maroni. Propone che l’emendamento, assieme a quello sull’esercito, venga licenziato nel consiglio del giorno dopo. Una proposta del ministro della Giustizia, di per sรฉ molto impegnativa. Ma ci si ferma su due perplessitร non di poco conto. Una politica, se sia opportuno che proprio il governo faccia un simile passo, destinato a sollevare un vespaio. Una di contenuto: basta solo un’indirizzo di prioritร alle toghe che lascia loro la discrezionalitร di scegliere quali processi anticipare o รจ necessario bloccare comunque quelli non urgenti (corruzione e altri, leggi Berlusconi) per un anno? Lega e An sono molto perplessi sulla seconda via. Tutto si ferma. Alfano annuncia solo, a consiglio finito, che presenterร un emendamento per dare “la corsia preferenziale ai processi per gli infortuni sul lavoro”. Stop. Poi un contentino ai giudici, anche i giovani uditori potranno fare i pm e i giudici nelle terre di frontiera.
Ieri hanno deciso. Non sarร il governo a presentare l’emendamento, ma un esponente del Pdl. Il nome piรน accreditato รจ quello di Carlo Vizzini, presidente della commissione Affari costituzionali e relatore del dl sicurezza. Ma potrebbe prevalere l’idea di affidarsi a un peones che, come avvenne per Melchiorre Cirami quando nel 2002 presentรฒ la legge sul legittimo sospetto, alla fine darebbe il nome all’ennesima norma salva Berlusconi. Che, se gli indirizzi dell’ultim’ora di ieri saranno confermati, dovrebbe contenere sia l’indicazione delle prioritร per i processi che la sospensione per un anno. Che potrebbe anche essere reiterata per altri 12 mesi. Berlusconi, del resto, ha poco tempo. Il processo Mills รจ agli sgoccioli. E l’accelerazione imposta dai giudici della decima sezione del tribunale di Milano lo preoccupa.
Venerdรฌ รจ saltata una trasferta a Lugano perchรฉ un testimone della difesa, il banchiere Paolo Del Bue, ha presentato un certificato medico. Ma le udienze che mancano sono poche e, salvo ostacoli, la sentenza potrebbe arrivare prima delle vacanze. La sospensione dei processi serve come il pane. Poi ci sarร tutto il tempo per approvare un nuovo lodo Schifani.