«Serve un codice per le missioni internazionali sul quale è possibilissima un’intesa con l’opposizione». Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, in un’intervista al Corriere della sera, si appella ai magistrati per sbloccare il sequestro dei blindati Lince in Afghanistan e chiede un cambio di passo quanto alle regole da applicare ai nostri soldati in missione: «Dal governo Prodi in poi, tranne la parentesi dell’Iraq, il codice che si applica – osserva il ministro della Difesa – non è quello militare di guerra, bensì il codice militare di pace. Se ci sono morti e feriti è come se questo avvenisse in una normale esercitazione. Tant’é che stiamo correndo ai ripari».
La Russa non appoggia il ritorno al codice militare di guerra, sollecita una “terza via”‘: «Nelle commissioni Difesa del Parlamento è possibilissima un’intesa con l’opposizione per un codice militare specifico per le missioni internazionali. Né di pace né di guerra. Nel frattempo, rivolgo un appello ai magistrati – dice il ministro – affinché il tempo di sequestro dei Lince sia ridotto al minimo. Per la specificità della missione, e perché anche i blindati rotti ci servono. Per i pezzi di ricambio».
In ogni caso, puntualizza La Russa, in Afghanistan «la natura della missione non è mai cambiata e l’unico “caveat” tolto è sull’impiego fuori dalla zona Ovest, per altro quasi mai utilizzato» Ma i cacciabombardieri Tornado potranno sparare: «Dopo aver informato le Camere, ho dato via libera ai comandanti. A loro valutare. Parliamo non delle bombe, che sull’aereo non portiamo neanche. Ma del cannoncino dei Tornado,
simile a quello degli elicotteri Mangusta».