A circa otto mesi dalla guerra tra Russia e Georgia, le truppe di Mosca occupano ancora i territori che il Cremlino si era impegnato formalmente ad abbandonare, condizione principale con cui si era giunti al cessate il fuoco e alla fine delle ostilità. Russia e Georgia avevano sottoscritto un patto che sanciva il ritorno delle forze militari alle posizioni tenute prima della guerra.
L’esercito russo, con la collaborazione dei governi e dei piccoli contingenti militari delle due regioni separatiste, Abkhazia e Ossezia del Sud, presidia stabilmente importanti fascie di territorio sotto il controllo della Georgia prima della guerra, con l’ausilio di elicotteri da combattimento e carri armati. I russi controllano le frontiere e nonostante gli accordi sui corridoi umanitari, impediscono l’accesso a migliaia di profughi georgiani.
Lo scenario attuale rappresenta un ostacolo alle recenti aperture tra l’Occidente e la Russia, in special modo con le nuove relazioni diplomatiche avviate dall’incontro tra Obama e Medvedev per la distensione nucleare.