LA SPAGNA E GLI STRANIERI: MOLTO MEGLIO DELL’ITALIA

di Gianluigi

Vorrei fare alcune considerazioni sul fallimento dell’integrazione degli stranieri in alcuni paesi occidentali qualche considerazione su un paese che ultimamente ha fatto parlare di sé per il massiccio afflusso di stranieri: la Spagna. In comune con l’Italia il paese iberico ha l’estrema rapidità del fenomeno, ma con 5 milioni di immigrati ha anche un tasso doppio del nostro! Eppure, in Spagna non c’è allarme sociale per fatti di ordine pubblico, e la percentuale di reati degli stranieri è uguale a quella dei cittadini, correttamente calcolata per gruppi statistici omogenei. Per quale motivo la Spagna ha digerito meglio (parlare di integrazione è prematuro) centinaia di migliaia di marocchini, rumeni, sudamericani etc? Vivo in Spagna e ho riassunto alcune spiegazioni possibili: 1) qui le forze dell’ordine sono più visibili e incutono più soggezione che in Italia. Magari sono lente nelle indagini, ma sul piano della dissuasione, sembrano incisive; 2) gli spagnoli, a differenza degli italiani, sono rimasti padroni delle vie cittadine. La sera nelle città gli stranieri si vedono, ma in proporzione reale rispetto alla popolazione locale. Che differenza con le città italiane, dove in centro la sera si incrociano solo extracomunitari (che d’abitudine s’incontrano tra loro per strada, mentre gli italiani restano a casa a guardare i DVD). Insomma, è il nostro stesso stile di vita a contribuire in modo determinante a una sensazione di invasione che statisticamente non avrebbe motivo di esistere; 3) altra ragione psicologica è che gli spagnoli, per molti aspetti tosti di carattere, sono in realtà più alla mano e informali di noi italiani (che ormai diamo lezioni agli svizzeri per fobie e pregiudizi). Credo che questo atteggiamento meno ritroso consenta agli stranieri di mostrare anche un’immagine positiva. Ovviamente l’integrazione vera e propria è difficile anche qui, ma gli stranieri non sono certo avvertiti come una minaccia.

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