LAMPEDUSA: IMMIGRATI RIENTRATI NEL CPA DOPO MANIFESTAZIONE

Sono rientrati nel centro di prima accoglienza di Lampedusa gli immigrati che questa mattina avevano manifestato in corteo per chiedere il trasferimento nei Cpt di Brindisi. Sono stati accompagnati dai cittadini che durante il corteo applaudivano i clandestini. Altissima nell'isola la tensione. I lampedusani protestano contro la realizzazione del nuovo centro di Centro di identificazione ed espulsione e contro la decisione del ministro dell'Interno Maroni di non trasferire i clandestini in altri centri della Penisola.

Davanti il cpa anche oggi ci sono state tensioni. Alcuni isolani affermano di essere stati caricati dalla polizia. Intanto, il Viminale chiarisce che non si è tratta di una "fuga", per questo lapolizia non è intervenuta, ma l'Alto commissariato Onu per i rifugiati definisce «inusuale e inedito» quanto accaduto. Anche un isolano spiegava questa mattina che i clandestini non avevano forzato i cancelli del cpa. La Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un fascicolo. Oggi continuano i comizi in piazza degli isolani. E il sindaco Dino De Rubeis, mentre invitava gli immigrati a rientrare nell'isola spiegava che farà intervenire il premier «d'autorità per mandarvi via da Lampedusa e trasferirvi negli altri Cpt italiani».

Viminale: nessuna fuga di massa. I migranti avrebbero forzato i cancelli d'ingresso. Ma un isolano questa mattina aveva spiegato: «Non è stata una fuga, li hanno lasciati uscire». E il Viminale conferma: nessuna fuga, per questo la polizia non è interventua. E aggiunge che i clandestini sono usciti da un centro di prima accoglienza, che non prevede l'obbligo di permanenza, e «non dal Cie, Centro di identificazione ed espulsione». In una nota si spiega che si continua a lavorare sugli «accordi con i Paesi di origine, per continuare ad effettuare i rimpatri dall'isola entro poche settimane».

Berlusconi: accordo per il rientro dei tunisini del Cpa. Il premier ha detto che «i cittadini di Lampedusa devono stare tranquilli perché la situazione è sotto controllo. Martedì Maroni incontrerà a Tunisi il ministro dell'Interno tunisino e il presidente Ben Alì per stabilire le modalità per far rientrare i 1.200 tunisini». Il premier spiega che gli extracomunitari non sono stati spostati perché «abbiamo questi accordi di rientro». E sottolinea che la situazione è sotto controllo «anche perchè non vedo dove questi immigrati possano andare. Tanto c'è un mare impossibile e quindi non possono fare altro che stare li».

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