Il Laos รจ ancora un Paese comunista? Secondo l’inviato del New York Times Thomas Fuller, ”dipende a chi si chiede”. Per l’amministrazione di Barack Obama la risposta รจ no, avendo dichiarato tre mesi fa che il Paese del sudest asiatico – con una popolazione di 6 milioni e mezzo di abitanti – ”ha cessato di essere marxista-leninista”, come la Cina e il Vietnam. La presa di posizione della Casa Bianca ha automaticamente eliminato i divieti per le aziende laotiane di contrarre prestiti presso la Banca Export-Importย americana, dando fiato all’economia.
Ma andando in giro per Vientiane, la capitale, non รจ insolito imbattersi in librerie governative dove le opere di Karl Marx e Vladimir Lenin sono tuttora best-sellers. Vende bene anche ”Il sorriso di Lenin”, uno dei numerosi libretti che esalta le gesta del rivoluzionario russo. E ogni mese, scuole e uffici comprano 400-500 poster di Marx e Lenin che vengono appesi bene in vista.
Ma se i padri fondatori di socialismo e comunismo sono ancora autori ricercati, Vientiane non presenta piรน l’aspetto di pochi ani fa quando in cittร il principale mezzo di trasporto era la bicicletta. Ora le strade della capitale sono percorse da simboli di un rampante consumismo, come le Hummer, le Mercedes, le Bmw ed altre automobili di lusso.
Il capitalismo si sta facendo strada in Laos, ma perchรจ prenda piede stabilmente, scrive il Nyt, occorre una buona dose di rieducazione. Il Paese aprirร la sua prima borsa valori l’anno prossimo, una iniziativa che ha indotto un giornale locale a pubblicare una serie di articoli per spiegare le fondamenta dell’economia di mercato. ”La borsa”, ha scritto recentemente, ”รจ come qualsiasi altro mercato. Tutto ha un prezzo”.
La linea ufficiale del governo รจ che il Paese รจ ancora una ”democrazia a partito unico’‘, nel senso che solo i membri del Partito (comunista) Rivoluzionario del Popolo Laotiano possono presentarsi candidati alle elezioni. Nondimeno, lo spirito imprenditoriale sta prendendo piede anche incerti uffici governativi. Svariate autoritร provinciali hanno dato il benestare a casinรฒ frequentati da frotte di cinesi e thailandesi (offlimits per i laotiani). E a Vientiane il ministero degli Esteri ha scoperto il modo per far soldi facendo pagare ai giornalisti stranieri 1 milione di kip (circa 90 euro) per il visto di ingresso, e 15 euro per ogni giorno di permanenza nel Paese.
Il benessere di Vientiane non si ritrova in altre cittร e nelle campagne, dove vive la maggioranza della popolazione e ogni forma di ideologia viene considerata irrilevante. Sotto il profilo politico, il Laos resta uno stato autoritario e il dissenso dalla linea del partito รจ proibito. Ma cominciano a manifestarsi segnali di apertura, sul modello della glasnot di Mikhail Gorbaciov.
Detto questo, si torna alla domanda iniziale: ”il Laos รจ ancora un Paese comunista”? Risponde a suo modo, con un’altra domanda, Southanon Inthavong, il capo del Comitato Olimpico nazionale, laureato alle universitร di Mosca e del Minnesota, che chiede: ”Che cosa รจ oggi la Cina”?
