Lavoro, boom voucher: +32% in un anno. Poletti: Va messo limite uso

Lavoro, boom voucher: +32% in un anno. Poletti: Va messo limite uso

ROMA – Continua inarrestabile il boom dei voucher e il ministro del lavoro Giuliano Poletti annuncia: “Pronti a cambiare le regole di utilizzo”. Le parole del ministro arrivano qualche ora dopo i dati Inps realitivi ai primi dieci mesi del 2016.  Dati che certificano una crescita esponenziale dello strumento: nel periodo gennaio-ottobre 2016 sono stati venduti 121,5 milioni di voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto ai primi dieci mesi del 2015, pari al 32,3%.

Nel comunicare le cifre Inps sottolinea che nei primi dieci mesi del 2015 la crescita dell’utilizzo dei voucher, rispetto al 2014, era stata pari al 67,6%.

Poletti: “Rimettiamoci le mani”. Il Governo è pronto a ”rideterminare dal punto di vista normativo il confine dell’uso dei voucher”. Così il ministro Giuliano Poletti, parlando a Fano. ”Abbiamo introdotto la tracciabilità, e dal prossimo mese vedremo l’effetto. Se è quello di una riduzione della dinamica di aumento e di una messa sotto controllo di questo strumento, bene. Se invece i dati ci diranno che anche questo strumento non è sufficiente a riposizionarli correttamente  la cosa che faremo è rimetterci le mani” ha spiegato.

Se necessario in sostanza, ha detto Poletti rispondendo alle domande dei giornalisti in un incontro presso la Coop Pesce Azzurro, ”ridetermineremo un’altra volta dal punto di vista normativo il confine dell’uso” dei voucher. ”Pensiamo che i voucher siano uno strumento che ha una sua utilità – ha sottolineato il ministro del Lavoro – ma che deve essere limitato a determinate condizioni…,i lavori saltuari sono nati così”.

Poi, ha ammesso, ”c’è stata una dinamica…che peraltro non è una dinamica collegata al Jobs act, perché questo cambiamento di norma l’hanno fatto il Governo Monti e la Fornero, non l’abbiamo fatta noi la liberalizzazione dei voucher”. Oggi, ha concluso, ”bisogna riportarla ad una condizione che sia una condizione compatibile, perché noi vogliamo un mercato del lavoro stabile, non un mercato del lavoro precario. Quindi se abbiamo una strumentazione che induce a precarietà bisogna cambiarla”.

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Emiliano Condò