Presto potrebbe essere necessario climatizzare anche le stalle. Le mucche, infatti, soffrono lo stress da caldo. A rivelarlo uno studio dell‘Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr nell’ambito del progetto di ricerca “Climanimal” portato avanti dal ministero delle Politiche agricole per individuare quali sono le condizioni termo-igrometriche (rapporto tra temperatura e umidità) rischiose per gli animali.
Secondo la ricercatrice Marina Baldi, infatti, «il contenuto proteico del latte cambia se la mucca è stressata per un periodo abbastanza lungo, bastano già 3-4 giorni di caldo. Il riscontro si ha sulle produzioni casearie e sui prodotti a Denominazione di Origine Protetta che hanno necessariamente bisogno della stessa qualità».
Rischi anche per quanto riguarda la quantità: lo stress da caldo, infatti, riduce almeno del 20% la produzione di latte, ma può arrivare anche a dimezzarla.
Le zone più a rischio, in Italia, sono le regioni che si affacciano sul Tirreno, il Sud, soprattutto Calabria e Campania, le isole, ma anche parte della pianura padana.
Ma il caldo non insidia solo le mucche. Soffrono anche i maiali colpevoli di dare insaccati e prosciutti meno gustosi. Se la cavano meglio i polli, almeno in alcuni casi, grazie a un sistema di condizionamento che da qualche tempo sembra alleviarli nelle giornate più calde.
secondo la ricerca Ibimet servono contromisure: per esempio, il raffreddamento delle stalle, un’ appropriata distribuzione di acqua e di mangime. Per le mucche, quindi, si prospetta un’estate al chiuso.