"Se una decisione del Vaticano fa emergere l'impressione che l'Olocausto possa essere negato – ha affermato il capo del governo di Berlino in un incontro con i giornalisti – questa deve essere chiarita. Da parte del Vaticano e del Papa deve essere affermato molto chiaramente che non ci può essere alcuna negazione" sull'argomento. Finora, invece, ha sostenuto la Merkel nel giorno in cui altri alti prelati della Chiesa tedesca hanno preso posizione contro il Pontefice, tutti i chiarimenti arrivati si sono rivelati "insufficienti".
La replica della Santa Sede non tarda. Padre Federico Lombardi risponde ad Angela Merkel: "La condanna di dichiarazioni negazioniste da parte del Papa non poteva essere più chiara e dal contesto risulta evidente che essa si riferiva anche alle posizioni di monsignor Williamson e a tutte le posizioni analoghe", dice il portavoce della Santa Sede.
Già nei giorni scorsi dalla Germania erano arrivate diverse critiche alla decisione di Papa Ratzinger di riammettere i vescovi tradizionalisti, nonostante le gravi dichiarazioni sull'Olocausto di Richard Williamson.
Sul caso, i vescovi italiani riaffermano invece oggi la loro "incondizionata adesione" alla decisione del Papa di riaccogliere i vescovi lefebvriani nella comunità della Chiesa. Tuttavia, chiedono ai tradizionalisti un'accettazione del Concilio Vaticano II "nella sua interezza". Lo ha affermato il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Mariano Crociata, alla presentazione dei risultati dei lavori del Consiglio permanente della Cei.
Quanto alle esternazioni negazioniste anche di alcuni sacerdoti italiani, monsignor Crociata ha affermato: "Non bisogna temere in modo particolare queste prese di posizione estemporanee di qualcuno che poi si qualifica da sè. La vita ordinaria delle comunità parrocchiali, delle diocesi, la comunicazione pubblica della Chiesa dice quale significato si debba dare a queste prese di posizione. Il Papa ha richiamato al senso dell'unità e della comunione attorno alla Tradizione, con al centro il Vaticano II. Questo scioglie ogni equivoco e qualifica ogni intervento così isolato che può verificarsi".
Secondo Famiglia Cristiana, invece, il recupero dei lefebvriani doveva essere condotto in modo diverso. Nell'editoriale di apertura sul settimanale, dedicato all'attualità del Concilio Vaticano II, si sostiene che la revoca della scomunica "rischia di appannare l'immagine della Chiesa cattolica e del Vaticano II, e, così come la mano tesa alla Fraternità di San Pio X, avrebbe meritato ben altra regia e comunicazione".