Non conosce soluzione di continuità l’offensiva della Lega Nord sulla lingua italiana e i dialetti. Ad alimentare le polemiche, nuove dichiarazioni del ministro per le Riforme, Umberto Bossi, che, stavolta, ha preso di mira l’Inno di Mameli.
Da Ponte di Legno, dove il leader della Lega è in vacanza come ogni anno, Bossi ha paragonato l’Inno d’Italia, al Va’ Pensiero di Verdi, scelto dalla Lega, come proprio inno: «Quando cantiamo il nostro inno, Và pensiero, tutti lo cantano perchè si conoscono le parole, non succede come con l’inno italiano che invece nessuno conosce».
Qualche minuto prima, il leader del Carroccio, aveva approfittato della presentazione del trailer del film Barbarossa, per attaccare il «centralismo romano»: «Il nuovo potere e il Barbarossa oggi abitanonella capitale, con questo film vogliamo lanciare un messaggio a Roma ladrona: non esagerare».
Poco dopo, sempre a Ponte di Legno è arrivato un’altro ministro, Roberto Calderoli che ha annunciato: «L’anno scorso a Ferragosto ho portato la bozza del federalismo fiscale che, in meno di un anno, è diventata legge. Oggi Bossi ha in mano la bozza di legge sui dialetti e vi garantisco che non durerà tanto di più per diventare legge».