di Archangel
Che i ministri Gelmini e Brunetta siano nel mirino della sinistra e’ un fatto assodato dai continui attacchi che vengono loro rivolti. La ragione e’ molto semplice: la Gelmini nel campo dell’istruzione e Brunetta nel campo della pubblica amministrazione stanno cercando (una fatica di Sisifo) di introdurre riforme che piu’ che necessarie sono indispensabili. Ma insegnanti e dipendenti pubblici sono in buona parte bacino elettorale del Pd, e quindi Gelmini e Brunetta sono visti come cacciatori di voti in un settore, come dire, gia’ ”occupato”. Che cosa dica questo agli elettori del Pd e compagni si vedra’. Pero’ c’e’ una misura in tutte le cose, e il recente servizio del settimanale L’Espresso in cui vengono disinvoltamente divulgati tutti gli indirizzi di casa di Brunetta puo’ essere considerato, per usare un eufemismo, avventato. Si da’ il caso, infatti, che Brunetta sia nel mirino delle Brigate Rosse e che vive sotto scorta assieme a tutta la famiglia. Che cosa ha inteso fare l’Espresso, disegnare una mappa per i brigatisti? E se, Dio non voglia, Brunetta venisse un giorno falciato a colpi di pistola, magari sotto casa, cosa farebbe l’Espresso, si unirebbe al coro di sdegno e di dolore? Ci vorrebbe una bella faccia di bronzo. Nessuno qui sta dicendo che i media non possono tracciare ritratti, schede, approfondimenti e quant’altro sui membri del governo. E’ loro diritto e dovere. Piu’ difficile riesce capire perche’ si senta il bisogno di fornire a malintenzionati particolari topografici che, probabilmente, ai lettori interessano molto meno di quanto non vogliano conoscere da vicino su questo o quella esponente del governo. Nel Paese della par condicio, l’Espresso dovrebbe ora pubblicare gli indirizzi di, tiro a indovinare, Walter Veltroni, incluso quello dove abita a New York la figlia nell’appartamento che le ha comprato il padre.
