ANCHE UNA BAMBINA TRA LE VITTIME – Secondo testimoni oculari citati dalla tv di Stato "TeleLibano", tra le vittime civili ci sarebbe anche una bambina di cinque anni. Tripoli, principale porto settentrionale del Libano, è teatro da settimane di periodici e violenti scontri tra miliziani sunniti e loro rivali alawiti in due quartieri della periferia orientale. Circa due settimane fa, l’esercito è stato schierato in forze tra i due rioni ricevendo l’ordine di rispondere al fuoco. L’estate scorsa, l’esercito libanese ha perso 170 suoi soldati nella sanguinosa battaglia, durata tre mesi e mezzo, contro miliziani integralisti asserragliati nel campo profughi di Nahr al-Bared, pochi km a nord di Tripoli.
LA CONDANNA DI SULEIMAN – Il presidente libanese Michel Suleiman ha condannato come un «crimine terroristico» l’attentato, affermando che «l’esercito e le forze di sicurezza non si arrenderanno al terrorismo». In un comunicato diffuso dal palazzo presidenziale, Suleiman ha esortato alla «riconciliazione tra i libanesi e all’unità contro il terrorismo, che favorisce il nemico israeliano». Suleiman è oggi in partenza per Damasco, per la sua prima visita ufficiale in Siria da quando è stato eletto presidente il 25 maggio scorso.