La Liga spagnola rischia la bancarotta. L’allarme è stato lanciato a gennaio da Josè Maria Gay, professore di economia all’università di Barcellona, e ora il parlamento iberico sta pensando di approvare regole ferree per tenere sotto controllo i club. Tra le misure in esame c’è anche la modifica del regime fiscale vigente, molto favorevole e poco rispettato: le squadre della Liga e della Seconda divisione devono allo Stato 627 milioni di euro.
Ma l’ammontare complessivo dei debiti è addirittura maggiore. Secondo il professor Gay, autore dello studio “L’insolvenza nel calcio spagnolo”, il passivo dei 20 club della Liga tocca quota tre miliardi, il 40 per cento dei quali è stato contratto negli ultimi due anni. Una denuncia che trova conferma nelle recenti dichiarazioni del presidente dell’Osasuna Francisco Izco: «Da anni viaggiamo al di sopra delle nostre possibilità. Non c’è stata reazione davanti al calo delle entrate: sono diminuiti gli incassi, i guadagni dai diritti tv e le sponsorizzazioni, ma la maggior parte dei club hanno tirato dritto».
Esemplare il caso del Valencia, società da imitare fino a poco tempo fa: da febbraio non paga gli stipendi e ha sospeso la costruzione del nuovo stadio Mestalla. Barcellona e Real Madrid sono le uniche squadre non intaccate dalla crisi e dal rischio bancarotta.
Daniele Palizzotto
Scuola Superiore di Giornalismo Luiss Guido Carli