“Vietato Vietare” non fa per noi: meglio “Vietato con riserva”, ovvero non si può ma fa lo stesso. L’ultimo caso della tendenza – estiva? – a mettere divieti, un po’ ovunque, è l’editto morattiano che proibisce la somministrazione di alcolici agli under 16. Risultato: “zero multe” e adolescenti tranquilli e sereni con la loro birra in mano.
Parliamo di tasse: si dovrebbero pagare, ma poi c’è sempre uno “scudo” che ci protegge dal fisco.
Il punto critico non è sulla natura dei provvedimenti, ma sulla loro utilità. Una legge, un’ordinanza, un divieto funzionano se i meccanismi di controllo sono reali: efficacia, deterrenza, applicabilità sono garantiti dalla puntualità e universalità delle sanzioni.
Così si rischia la figuraccia: una tolleranza pelosa – perchè non ci sono vigili o fondi o strumenti – serve solo ad accrescere il senso di impunità e a farsi beffe della legge. La sensazione che niente ci è veramente precluso incoraggia arroganza e prepotenza e umilia i cittadini che considerano il senso civico una virtù.
Poi c’è il caso diametralmente opposto, figlio della stessa inciviltà: puoi startene beato a prendere il sole su qualsiasi spiaggia d’Italia – la legge è dalla tua parte – ma poi arriva il bagnino o il Briatore di turno a impedirtelo. Vietato non vietare.
