“Madame Bovary” a portata di clic. Non solo nella versione finale, a cui Gustave Flaubert arrivò dopo quattro anni di minuzioso e instancabile lavoro, ma in tutte le numerose stesure che ne raccontano il processo creativo. L’idea di trasferire on-line le pagine che Flaubert conservò fino alla fine è venuta alla biblioteca civica di Rouen, a cui erano state donate dalla nipote preferita dell’autore, Caroline. Con l’aiuto del Centro “Gustave Flaubert” dell’università di Rouen e di 130 lettori appassionati (volontari reclutati in ben 13 Paesi), il sito www.bovary.fr è stato lanciato in aprile. E, da allora, è stato letteralmente congestionato dalle visite, che hanno mandato il tilt il sistema di conteggio.
Digitalizzare le 4.500 pagine del celebre manoscritto non è stato semplice, anche perché si è deciso di integrarle con le correzioni e i commenti a margine che l’autore annotava maniacalmente con una grafia a volte criptica. Anche per questo, i volontari – finanziati per questa spesa dal ministero della Cultura di Parigi – hanno deciso di acquistare una telecamera ad alta definizione per caricare on-line non solo la trascrizione del romanzo, ma anche le immagini delle stesse pagine. Che ora è possibile navigare da più punti di partenza: parole chiave, metafore e mappe, solo per fare qualche esempio.
Ma il lavoro della biblioteca e dell’università di Rouen non finisce qui. Il loro team – formato, questa volta, da chi si è distinto nella “missione Bovary” – si è già lanciato in una nuova impresa: trascrivere l’ultima opera incompiuta di Flaubert, “Bouvard et Pécuchet”.