Le dichiarazioni di Massimo Ciancimino su Marcello Dell’Utri non sono “connotate dai requisiti di specificità, utilità e rilevanza”. Emerge anzi una notevole “contraddittorietà di Ciancimino su tutti i profili della vicenda”. Con questi motivi la seconda sezione della Corte di Appello di Palermo ha respinto la richiesta di ascoltare il figlio dell’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, autore di alcune dichiarazioni sul senatore del Pdl imputato di concorso in associazione mafiosa e condannato a 9 anni in primo grado.
Secondo i giudici si rileva un “quadro confuso e contraddittorio” da quanto riferito da Ciancimino a proposito di un biglietto ritrovato in una garage nella sua disponibilità e ritenuto indirizzato “all’onorevole Berlusconi”, affinchè mettesse a “disposizione una delle sue reti televisive” per evitare un “triste evento”.
Le dichiarazioni depositate dal Pg Antonino Gatto non sono apparse ai giudici in alcun modo convincenti e rilevanti ai fini della decisione. Lo stesso procuratore generale è stato invitato a cominciare subito la requisitoria. Gatto non ha infatti depositato altri documenti, tra cui ,come ci si attendeva, i verbali del dichiarante Gaspare Spatuzza, ancora non consegnati ai Pm di Palermo dalla Procura di Firenze.
