«Roma, Milano e Napoli avranno un commissario straordinario per i rom». Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, al termine dell’incontro al Viminale con il suo collega romeno, Cristian David, e prima di recarsi al Quirinale per illustrare al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, «alcune delle misure che prenderemo» nell’ambito del pacchetto sicurezza. Per la nomina dei tre commissari, ha aggiunto il ministro, «non ci sono problemi di copertura finanziaria».
Dopo i recenti assalti ad alcuni campi rom, Maroni ha precisato che «non esiste un problema con la comunità romena in Italia, esiste il problema della sicurezza sentito dai cittadini a cui il Governo deve dare risposte efficaci». «È la gente che delinque, a prescindere dai paesi di appartenenza – ha aggiunto il ministro – Bisogna colpire i criminali per i fatti da loro commessi. Se chi delinque è straniero, va espulso». «Ma nell’emergenza sicurezza – ha sottolineato Maroni – non esiste una sottoemergenza romena, loro sono una comunità bene integrata, ci sono stati singoli episodi che hanno danneggiato l’immagine di questa comunità, ma loro sono perfettamente integrati e le relazioni tra i due paesi sono ottime». Espulsioni di massa? Un’ipotesi che «non esiste».
Sullo stesso tema, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha affermato che ventidue anni dopo Schengen, «l’Europa non ha più solo il problema della libera circolazione», ma deve affrontare «anche il tema della sicurezza alle frontiere». «Prima di andarmene da Bruxelles avevo riflettuto sulla possibilità di fare un ‘tagliando’ all’accordo di Schengen – ha affermato il responsabile della Farnesina – perché ha 22 anni e quando fu sottoscritto c’era il muro di Berlino». «Allora proposi di mettere nell’agenda della Commissione Ue per ottobre-novembre una comunicazione sulla attualità dell’accordo di Schengen, proposta che è stata accettata», ha ricordato, spiegando che sull’argomento – che ha sollevato molte polemiche in Italia – «l’Europa sta riflettendo» da tempo. «Ci sarà una discussione europea, non ci saranno decisioni unilaterali, ma io credo che ci voglia un’analisi della complessità delle misure di sicurezza di un’Europa che è completamente cambiata». Secondo Frattini, i ‘punti deboli’ del Trattato riguardano i controlli alle frontiere. Estendere l’area Schengen non è stato un errore, ha osservato, ma i controlli devono essere «ispettivi e continuativi». Le proposte sono sostanzialmente due: istituire un meccanismo di «ispezioni a sopresa» e creare una banca dati europea delle impronte digitali. «Ogni posto di frontiera oggi è attrezzato a raccogliere le impronte digitali dei cittadini extra-Schengen», ha spiegato, «Schengen 2, che partirà a novembre 2009, raccoglierà delle proposte, fra cui quella della banca centrale. Partendo da questa base, la Commissione Ue dovrà valutare cosa fare confermando la libertà di circolazione».
