È confermata la tassa sui permessi di soggiorno per gli immigrati, ma l’ammontare del contributo sarà definito con un decreto del ministero dell’Interno e del ministero dell’Economia. Lo ha detto il ministro Roberto Maroni al termine di un incontro con il ministro della Giustizia Angelino Alfano sugli emendamenti al ddl sicurezza.
«Il principio viene affermato così come era stato previsto e votato dalle Commissioni», ha spiegato il ministro dell’Interno al termine dell’incontro con il collega Alfano. «Si prevede – ha aggiunto Maroni – un contributo che sarà definito con un decreto del ministro dell’Interno e del ministro dell’Economia per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno». Ma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi frena immediatamente spiegando di non essere «al corrente» di novità sulla introduzione della tassa per il permesso di soggiorno degli immigrati, anzi ribadisce di essere sempre stato contrario e di averne parlato con Bossi che non ha avuto obiezioni. «Resto contrario a a quell’emendamento. Non c’è stata nessuna marcia indietro». A chi gli chiede se ne abbia parlato con Bossi nella cena di ieri sera, Berlusconi risponde: «Ne ho parlato e anche lui non ha fatto obiezioni particolari a riguardo».
Solo tre giorni fa lo stesso Silvio Berlusconi aveva chiarito di essere stato «da sempre contrario» alla tassa. «Abbiamo detto che non eravamo d’accordo, era una proposta – aveva spiegato il premier – che non era stata fatta al tavolo del governo e quando l’abbiamo conosciuta ho di mio pugno firmato il no, consegnandolo alla mia segreteria che subito ne ha informato i nostri parlamentari. Quando ho conosciuto il senso dell’emendamento ho immediatamente dichiarato di essere contrario». Tanto basta all’opposizione per porre in risalto le divisioni del centrodestra. Per il portavoce del Pd, Andrea Orlando, l’intera vicenda «è il chiaro segno di una crescente difficoltà del partito di Bossi nei confronti dell’azione del governo. Da una parte – osserva Orlando – è un maldestro tentativo di coprire il clamoroso insuccesso nell’azione di contrasto all’immigrazione clandestina, che ha raggiunto in questi mesi cifre record; dall’altra è la chiara testimonianza del malessere crescente nei confronti di Berlusconi che consegue dalla vicenda Malpensa. La Lega è oggi stretta tra l’incudine di un’azione di governo che si è vistosamente inceppata e le roboanti promesse elettorali che trovano oggi clamorose smentite».
