"Siamo convinti che esista un reale interesse affinchè le relazioni tra Romania e Italia, che sono ottime, siano protette dalle conseguenze negative di certe misure che potrebbero danneggiarle", ha poi precisato Melescanu, ricordando le circa 25.000 imprese a capitale italiano in Romania e "il contributo dei romeni che lavorano in Italia al Pil della Penisola".
Intanto Maroni, che nel pomeriggio ha visto il sindaco di Roma Alemanno, ha fatto sapere che "l’incontro è stato molto utile e io sono convinto che il mondo delle autonomie locali, i Comuni, i sindaci, sono fondamentali per contrastare ogni forma di illegalità". La collaborazione delineata dal precedente Governo con i patti per la sicurezza, secondo Maroni, "è la strada giusta, ma per Roma, Milano e altre città, i patti sono rimasti sulla carta, alla loro stipula non è seguita un’azione incisiva di attuazione. Noi vogliamo invece collaborare per garantire un più ampio livello di sicurezza per i cittadini" e ha aggiunto: "Non appena il pacchetto sicurezza verrà approvato la prossima settimana, avremo gli strumenti giuridici operativi per iniziare una collaborazione stretta, che ha come obiettivo l’eliminazione dell’illegalità nelle città".
Il ministro degli Interni domani incontrerà anche i colleghi della Giustizia Alfano, degli Esteri Frattini, della Difesa La Russa e delle Politiche comunitarie Ronchi che ha chiesto di essere coinvolto visto che si discute di chiudere le frontiere per rom e romeni. Niccolò Ghedini, il consigliere più fidato del premier sulle questioni giuridiche, definisce il reato d’immigrazione "un messaggio che va dato" così "i clandestini avranno la certezza che, una volta condannati e buttati fuori, quando torneranno finiranno in carcere senza sconti e ciò avrà un’efficacia dissuasiva". La linea Ghedini è condivisa in toto dalla responsabile Giustizia di An Giulia Bongiorno, ma bocciata dal penalista Gaetano Pecorella. A sinistra, Sergio Chiamparino, ministro "ombra" per le Riforme del Pd e sindaco di Torino, si allarma per i Cpt che, da centri di permanenza, diventeranno centri di detenzione. L’ex presidente Francesco Cossiga liquida il pacchetto come una "follia" e minaccia: "Se lo presenteranno capeggerò non l’opposizione, ma la rivolta".
In giornata è intervenuto anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa, che, intervistato da La Sicilia, sulla possibilità di utilizzare i militari nelle zone più calde del Paese come la Calabria e la Campania, ha affermato che "Se l’esercito può essere utile anche per compiti interni si vedrà, è una possibilità che al momento non mi sento di scartare perché la sicurezza nel Paese è prioritaria". A tal proposito ha ricordando "l’esempio positivo dei Vespri siciliani" che vide i soldati impegnati nell’isola in una fase di emergenza mafia.