Parole forti, perfino frecciate polemiche, del ministro degli Interni Maroni a Roberto Saviano. "E’ un simbolo – dice il ministro – ma non è il simbolo. La lotta alla criminalità organizzata la fanno poliziotti, carabinieri, magistrati, imprenditori che sono in prima linea ma non sulle prime pagine dei giornali".
Il titolare del Viminale è a Napoli, dove a margine della firma di un protocollo per la legalità con gli imprenditori si augura che lo scrittore non lasci l’Italia "perché contribuisce con la sua immagine al contrasto alla crimininalità organizzata", ma anche perchè non ritiene "una buona idea quella di andarsene. Non mi pare ci sia certezza di evitare la vendetta camorristica che non ha confini".
Poi Maroni ribadisce: "Non è da oggi che si combatte la camorra, lo si fa da sempre in silenzio. Al di là della risonanza mediatica e della vicenda personale di Saviano la lotta alla criminalità organizzata si fa quotidianamente da parte di tutte le forze dello stato, sempre più con il coinvolgimento dei cittadini". "Non vorrei ridurre lo Stato nella sua azione – conclude il ministro – a una personificazione".
Ma intanto si moltiplicano le iniziative di solidarietà a favore di Saviano. Sono molti gli ascoltatori di Fahrenheit, il programma di Radiotre, che si sono prenotati per la staffetta di lettura integrale del libro Gomorra fissata per il 21 ottobre. L’assessore al Turismo della Regione Campania, Claudio Velardi, ha annunciato per venerdì 24 ottobre la lettura pubblica di Gomorra. L’iniziativa si terrà dalle 10 alle 20, in una sorta di maratona, nella sede del Pan, il Palazzo delle Arti di Napoli.
Anche l’associazione ‘Quindicifebbraio’ il 25 ottobre organizzerà a Torino ‘Siamo tutti Saviano’, una lettura collettiva di Gomorra. Per tutta la giornata, in diversi punti della città , attori professionisti e non si alterneranno nella lettura di alcuni brani del best-seller. Iniziative analoghe il 21 a Roma alla Casa della memoria, e a Orvieto il 25 e il 26 ottobre per la Notte bianca di Resistenza e Solidarietà con Roberto Saviano.
Uno spazio allo scrittore è stato dedicato dal social network Facebook: si chiama ‘Nessuno tocchi Saviano’. All’appello hanno risposto finora 13.000 persone. Sul sito è in corso anche una raccolta di firme a favore di Saviano, con l’obiettivo di inviare una lettera aperta al presidente Napolitano per chiedere di costituire un pool parlamentare all’interno della Commissione Antimafia.
«Grazie davvero per tutta questa attenzione. Per me, per noi, raccontare significa trasformare. In altre parti di Europa gli autori hanno minore necessità di raccontare per trasformare. Da noi l’importante è resistere. Ma in questo momento difficile ho trovato in Italia tante persone che vogliono trasformare la realtà in cui vivono, e che sono con me».
Venerdì sera, salutato dall’applauso di tutta platea dell’Alte Oper di Francoforte, in piedi, Roberto Saviano ha ricevuto il premio per la miglior traduzione in film di opera letteraria, assegnatogli dalla film-commission del Land dell’Assia. Per Gomorra, appunto, il film di Matteo Garrone già vincitore del premio speciale a Cannes. Garrone non era venuto, è toccato a lui salire sul palco a ricevere e del premio della film-commission del Land dell’Assia. A presentare Saviano c’erano il direttore della Fiera del libro, Jurgen Boos, e il regista premio Oscar ( Il tamburo di latta), Volker Schlöndorff. Quest’ultimo ha elogiato il coraggio e la qualità del film, che si ricollega ai momenti più alti del grande cinema italiano: al neorealismo, a Francesco Rosi ( Le mani sulla città ), Pasolini. Si concludeva così, la trasferta a Francoforte di Roberto Saviano (nell’emozione del momento, Schlöndorff lo ha chiamato due volte Renato). Tutto era cominciato giovedì sera, al Frankfurterhof, con la cena dell’editore tedesco Hanser, lo stesso che pubblica il Nobel Orhan Pamuk con il quale si sono salutati. Ieri, lo scrittore di Gomorra ha voluto fare un giro per la Fiera. Questo era il suo primo Francoforte.
Scortato da tre guardie del corpo tedesche, ha cominciato il suo giro proprio dalla stand di Hanser: qui lo ha accolto e abbracciato Michael Krueger, direttore della casa editrice. A un giornalista tedesco che gli chiedeva come si vive sotto scorta, Saviano ha risposto: «Ci si abitua a tutto». Anche alla mancanza di libertà ? «La vera libertà è quella che hai nella testa, ce lo ha insegnato Rushdie». Poi si è fatto fotografare, davanti al suo ritratto, grandissimo, sul muro dello stand. Accanto al suo c’è il ritratto di Obama. Da lì, è passato al padiglione americano, allo stand del suo editore Farrar Strass & Giroux. Infine, è andato al padiglione italiano, allo stand Mondadori. Raccontava che la sera prima, il tassista, informatosi su chi era, gli ha detto di aver visto il film Gomorra, e che gli era piaciuto molto. Tre ragazzi intanto erano usciti uno stando dove stavano lavorando. «Roberto, siamo di Napoli, grazie di tutto!» gli hanno detto stringendogli le mani. «Hai detto due giorni fa che lasciavi l’Italia e ora sei già qui: che hai deciso?». «Per ora sono alla Fiera, poi si vedrà ».
