Niente più docenti per la scuola del carcere di Massa e la classe “media” della casa circondariale è destinata a chiudere. Le tre docenti che insegnavano in questa scuola erano infatti tutte di ruolo ma venivano impegnate a titolo volontario in questo progetto: ora, saranno dirottate in altre sedi. I detenuti del carcere che hanno fatto domanda di iscrizione ai corsi, frequentati l’anno scorso da 53 persone, non ci stanno e lanciano un appello al ministro per scongiurare la chiusura della scuola.
Ecco la lettera che hanno inviato al ministro Maria Stella Gelmini: «Noi stiamo scontando gli errori che abbiamo commesso, ma non rendeteci la pena ancor più gravosa. La scuola media è presente nel carcere di Massa da sempre e rappresenta per noi un sollievo e un impegno e ci aiuta ad affrontare quotidianamente la vita non facile tra queste mura. La scuola ci dà la possibilità di non continuare a sbagliare e di organizzare diversamente il nostro futuro, se poi la nostra permanenza in carcere sarà lunga allora i più volenterosi potranno proseguire gli studi e arrivare al diploma».
Spiegano ancora i detenuti: «Se verrà a mancare la scuola media il nostro futuro sarà sempre più buio, ci avrete tolto anche quel poco di speranza che ci era rimasta. Il carcere non deve essere un cassetto dove si chiudono gli uomini che hanno sbagliato e se ne butta via la chiave; il carcere deve essere rieducativo, ci deve aiutare a capire i nostri errori e, dopo aver pagato per essi, darci la possibilità di tornare a vivere con gli strumenti necessari per non tornare a sbagliare di nuovo. E, senza la scuola, questo sarà molto difficile che avvenga».
